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31 ottobre 2011

Yes we can lick

Se Barack Obama per prendere punti deve arrivare a dire che noi italiani siamo i numeri uno, è messo proprio male come popolarità. Magari la prossima volta si ricordi di noi al momento giusto.

6 aprile 2011

Ritornano le 3.32





Non sono uno fissato con le commemorazioni, salvo rari casi, soprattutto quando un evento non è del tutto terminato. A L'Aquila dopo quella maledetta ora di quel giorno, è iniziato un secondo terremoto a L'Aquila. Questo apparentemente non lo senti, ma lo percepisci lo stesso. E' il terremoto dei disagi, delle promesse non mantenute e delle ricostruzioni che non avvengono. C'è anche il terremoto della giustizia, chissà se mai ci saranno delle condanne, dato che quella notte non fu il terremoto da solo ad uccidere.

Il sisma fu aiutato da degli uomini, uomini che hanno deciso di risparmiare su materiali di costruzioni, che hanno deciso che quel rudere poteva ancora fungere da scuola dello studente, che hanno scelto di far rischiare la vita ad altri per stringere in mano più soldi. Ma da quella notte quei soldi si sono sporcati della fuliggine e delle lacrime di chi quel giorno ha perso tutto; puoi ridere se vuoi, pensando che ora anche nell'altra mano potrai stringere chissà quanti altri soldi, ma verrà il giorno del giudizio anche per te, se non sarà in terra, sarà successivo.

Intanto in questo giorno vogliamo ricordare tutte le vittime dell'ingordigia. Ricordiamo oggi tutte le vittime, con qualche lacrima amara, ma a testa alta di chi non deve piegarsi a questo sistema marcio. Tra gli altri vorrei ricordare Luca: quei giorni su Facebook ho avuto modo di leggere di lui nelle bacheche degli amici nei giorni che risultava scomparso. Passaparola, tu l'hai visto, io no, io non ne so nulla, dai lui è forte ce la farà. Ho tifato per 4 lunghi giorni che almeno lui si salvasse, come se fosse un mio amico. Infine, mai dimenticherò la mezzora più lunga della vita, che grazie a Dio, almeno per me si è conclusa per un sollievo.

Riguardate il video di Saviano, penso che meglio di tutti abbia potuto parlare di questo maledetto sisma. E sempre Forza L'Aquila, torna a volare.

17 marzo 2011

Tanti auguri Italia

23 febbraio 2011

Libia

Il post serio lo trovate su Paòloblog, qua invece ne scrivo uno ancor più serio cazzaro.

Da tempo pensavo a quest'idea, soprattutto ora sarebbe il caso di applicarla: dichiariamo guerra alla Libia. Tanto del loro gas ne avremo bisogno, le risorse non mancano, insomma sarebbe un bell'acquisto. Guadagneremmo pure altri kilometri di costa, insomma anche il turismo gioverebbe.

Attacchiamo ora che Gheddafi è distratto da altre beghe. Se qualcuno dice "Eh ma non potete fare la guerra di offesa", noi rispondiamo "Ci sono armi di distruzione di massa". C'è un precedente che ci darebbe ragione. La popolazione penso ci darebbe una mano, sia perché hanno qualche incomprensione con l'attuale leader della Libia; oltretutto a quel punto sarebbero italiani senza dover fare un duro viaggio nel mediterraneo.

Infine, a quel punto le aziende italiane che hanno aperto la sede in Libia, per risparmiare, si ritroverebbero un epic fail: riprenderebbero a pagare le tasse italiane e a pagare stipendi a livello italiano.

12 ottobre 2010

D'una sera d'eventi (...vista dagli occhi di un altro)



[...] Era un giorno come gli altri, anzi era notte. La notte, in quel periodo, era il mio giorno. Non perche' giravo tra locali come i tanti uomini della mia eta'. Io di notte ci lavoravo. Ero un guardiano, ed insieme alla mia torcia, controllavo che tutto filasse liscio. Come sempre la mia posizione non era delle migliori, poiche' costretto a controllare. Ed in molti casi a raccomandare le persone a fare piu' piano. Dovevo "limitare", era un compito che non mi stava bene, ma lo dovevo fare, era il mio lavoro.
Guardavo i giorni, i mesi gli anni passare in base all'affluenza di turisti che giungevano da molte parti del mondo. Vedevo qualsiasi genere di persone: educati, ragionevoli, casinisti e irrispetosi.
Quella sera, come tante, mi raccomandavo a dei ragazzi italiani, di fare piu' piano. Come sempre le mie raccomandazioni, troppo scomode, trovavano qualcuno che dissentiva, che non pesando le parole usava un linguaggio non proprio addatto alle circostanze. Ci ero abituato. Ma un gruppo si fermo' scusandosi dell'accaduto, e comincio' a parlare con me. Poche erano le persone, che provavano a sentire le parole di un guardiano. Cominciai a raccontare, la mia di storia, e vedevo che le loro faccie erano attente e i loro occhi seguivano il mio cuore....
Raccontai dell'America, di cosa sia stata per me l'America. Raccontai dell'Italia, del mio amore per lei e quanto mi ha ferito. Parlai dei miei sogni, di come ero riuscito, in parte, a soddisfarli. Dissi dei miei successi e dei miei sbagli.
Ricordo con piacere, le facce di chi oltre ad ascoltare, mi chiedeva come avessi fatto....volevano capire la vita, e forse chiedevano a me, che dentro di me ancora non l'avevo trovata.....almeno non ancora... [...]

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