Se chiami un tizio per farti fare la cucina e vi accordate sul prezzo, ma poi alla consegna lui ti presenta un conto ben più alto, vuol dire che ti sta fregando?
Magari gli hai chiesto di usare materiali diversi e più costosi: magari volevi il piano in marmo anziché in fòrmica.
- Eh, ma doveva dirmelo che il marmo costa di più.
(ma scusa, non ti rendi conto da solo che marmo e fòrmica non sono la stessa roba?)
Magari gli hai chiesto di sistemare anche quel tubo che perde in bagno.
- Eh, ma per un'avvitata al tubo...
Magari oltre al tubo che perde gli hai chiesto di rifarti le piastrelle del bagno.
- Eh, ma noi stavamo parlando della cucina, lascia stare il bagno.
No, noi stiamo parlando di quel fottutissimo bagno che mi è toccato farti da zero con la scusa che tu volevi la cucina nuova.
(E non c'è verso di farti capire che sì, tu mi hai assunta per la cucina ma mi hai fatto fare il bagno e vuoi pagarmi solo la cucina)
E se poi ti ritorco contro le metafore, sono stracavolacci tuoi.
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23 maggio 2012
21 maggio 2012
Quieto vivere
Oggi pomeriggio la ragazza cui faccio ripetizioni di italiano mi ha
chiesto di studiare insieme educazione civica. Non credevo alle mie
orecchie: ai miei tempi, i prof ci facevano acquistare costosi libri di
educazione civica, che rimanevano avvolti nel loro cellophane per tutto
l'anno.
Poi è arrivata la commozione, nel leggere come *dovrebbe* funzionare uno Stato e pensare invece a come va veramente.
Credo che a noi manchi l'educazione, il pensare ai nostri limiti nel rispetto dei diritti altrui piuttosto che ai nostri diritti e basta.
Sabato sera ero fuori da teatro ad aspettare alcune amiche; appoggiata alla balaustra, chiacchieravo con un'amica da un po'. Ad un certo punto arriva una tizia, si piazza di fianco a me e accende una sigaretta. Il fumo mi arriva in faccia: cortesemente le manifesto il mio disagio e altrettanto cortesemente le chiedo se può spostarsi più in là. Questa mi guarda come se le avessi chiesto un rene e mi dice che se il suo fumo mi dà fastidio, allora tocca a me spostarmi. Non gliel'ho mica data vinta: io ero lì per prima, lei è arrivata per esercitare un suo diritto, non un dovere, diritto che crea fastidio a me (come potrebbe crearlo ad altri), diritto pure nocivo (lei sarà libera di prendersi un cancro, io ho il diritto di evitarlo se posso). Io le stavo chiedendo una cortesia, lei pretendeva di impormi una sua scelta personale. Si è spostata, borbottando contro di me con la sua amica.
Negli Stati Uniti Apollo ed io siamo rimasti sconvolti da un'usanza stradale: capita che strade a due corsie per senso di marcia all'improvviso debbano restringersi a un'unica corsia per senso. Questo costringe i veicoli più veloci a stare dietro a quelli che non raggiungono il limite di velocità, provocando rallentamenti. Lungo questi tratti a un'unica corsia si aprono degli spiazzi sulla destra, come le piazzole di sosta delle autostrade: qui i veicoli più lenti che si accorgano di essere seguiti da altri veicoli accostano e lasciano fluire il traffico, poi ripartono. Non serve che tu faccia segni particolari, lo fanno e basta.
Qui in Italia un sistema del genere fallirebbe in partenza.
Negli Stati Uniti, la signora del teatro si sarebbe profusa in infinite scuse.
PS: sì, sono tornata!!! Sennò paòlo mi tira le orecchie...
Poi è arrivata la commozione, nel leggere come *dovrebbe* funzionare uno Stato e pensare invece a come va veramente.
Credo che a noi manchi l'educazione, il pensare ai nostri limiti nel rispetto dei diritti altrui piuttosto che ai nostri diritti e basta.
Sabato sera ero fuori da teatro ad aspettare alcune amiche; appoggiata alla balaustra, chiacchieravo con un'amica da un po'. Ad un certo punto arriva una tizia, si piazza di fianco a me e accende una sigaretta. Il fumo mi arriva in faccia: cortesemente le manifesto il mio disagio e altrettanto cortesemente le chiedo se può spostarsi più in là. Questa mi guarda come se le avessi chiesto un rene e mi dice che se il suo fumo mi dà fastidio, allora tocca a me spostarmi. Non gliel'ho mica data vinta: io ero lì per prima, lei è arrivata per esercitare un suo diritto, non un dovere, diritto che crea fastidio a me (come potrebbe crearlo ad altri), diritto pure nocivo (lei sarà libera di prendersi un cancro, io ho il diritto di evitarlo se posso). Io le stavo chiedendo una cortesia, lei pretendeva di impormi una sua scelta personale. Si è spostata, borbottando contro di me con la sua amica.
Negli Stati Uniti Apollo ed io siamo rimasti sconvolti da un'usanza stradale: capita che strade a due corsie per senso di marcia all'improvviso debbano restringersi a un'unica corsia per senso. Questo costringe i veicoli più veloci a stare dietro a quelli che non raggiungono il limite di velocità, provocando rallentamenti. Lungo questi tratti a un'unica corsia si aprono degli spiazzi sulla destra, come le piazzole di sosta delle autostrade: qui i veicoli più lenti che si accorgano di essere seguiti da altri veicoli accostano e lasciano fluire il traffico, poi ripartono. Non serve che tu faccia segni particolari, lo fanno e basta.
Qui in Italia un sistema del genere fallirebbe in partenza.
Negli Stati Uniti, la signora del teatro si sarebbe profusa in infinite scuse.
PS: sì, sono tornata!!! Sennò paòlo mi tira le orecchie...
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4 febbraio 2012
Ehm...
Antefatto: il mio maritino Apollo ha dei colleghi coetanei e socievoli, con i quali sono entrata prestissimo in confidenza, tanto da uscire con loro nelle serate "tra colleghi" - inclusa la volta che il maritino sarebbe arrivato per il bicchiere della staffa. La scorsa estate, poi, è capitato che lavorassi proprio vicino al loro studio e che quindi ci si trovasse per pranzo, tutti insieme appassionatamente. Diciamo che se dipendesse dai colleghi, farei subito domanda di assunzione, ma siccome i capi sono degli emeriti c0g1i0n422i evito.
Tra i suddetti colleghi ce n'è uno con cui ho trascorso più tempo, per coincidenze temporali più che per intenzione: tipo tranquillo, forse un po' timido, bravo toso insomma.
La casualità di cui è costituita la nostra conoscenza, visto che di vera amicizia non si può parlare, ha voluto che compissimo gli anni lo stesso giorno.
Via faccialibro gli faccio gli auguri: "Buoncompleanno, quasi-collega!"
Passo e chiudo.
Seee...come no.
Oggi apro la posta, controllo anche l'indirizzo che uso per i social network e le menate varie, e trovo la seguente:
Da: Quasi-collega
Oggetto: Mi piaci
Contenuto: -mail vuota-
Grazie eh, io come la interpreto questa?
Da uno che si faceva le pare perché trascorrevo la mia pausa pranzo in sua compagnia mentre il maritino era ancora a lavorare è un bel fulmine a ciel sereno.
Posso prenderla come una cosa innocente, come sicuramente è, ma se così fosse perché non me l'ha scritto su faccialibro, anche in privato? Magari perché voleva una risposta e riceve prima le mail che i messaggi di faccialibro? Ma se voleva una risposta, poteva anche sprecare qualche byte in più e scrivermi "Ti trovo simpatica/carina/brillante/ecc/ci tenevo a farti sapere che blablabla/ma siamo solo amici" o roba di 'sto genere.
Insomma, una che si trova un mail di 'sto tenore non pensa proprio a una cosa innocente, o sbaglio?
Certo, lui sa bene che sono sposata, anche per il semplice fatto che lui c'era. Quindi per forza è una cosa innocente no?
È come alle elementari, quando mandi i bigliettini al compagno di classe che ti è simpatico, solo che oggi ci sono le email. No?
Che poi mi immagino l'alternativa: perché lui non è il solo a compiere gli anni il mio stesso giorno, c'è un altro mio amico e coetaneo. A questo ho scritto "auguri quasi-gemello". Ecco, io ora ringrazio l'illuminazione che mi ha colta nello scrivere al Quasi-collega e ad appellarlo costì invece di "quasi-gemello" come inizialmente era mia intenzione fare. Perché altrimenti quale missiva mi sarei trovata a dover gestire?
- Sospiro -
Tra i suddetti colleghi ce n'è uno con cui ho trascorso più tempo, per coincidenze temporali più che per intenzione: tipo tranquillo, forse un po' timido, bravo toso insomma.
La casualità di cui è costituita la nostra conoscenza, visto che di vera amicizia non si può parlare, ha voluto che compissimo gli anni lo stesso giorno.
Via faccialibro gli faccio gli auguri: "Buoncompleanno, quasi-collega!"
Passo e chiudo.
Seee...come no.
Oggi apro la posta, controllo anche l'indirizzo che uso per i social network e le menate varie, e trovo la seguente:
Da: Quasi-collega
Oggetto: Mi piaci
Contenuto: -mail vuota-
Grazie eh, io come la interpreto questa?
Da uno che si faceva le pare perché trascorrevo la mia pausa pranzo in sua compagnia mentre il maritino era ancora a lavorare è un bel fulmine a ciel sereno.
Posso prenderla come una cosa innocente, come sicuramente è, ma se così fosse perché non me l'ha scritto su faccialibro, anche in privato? Magari perché voleva una risposta e riceve prima le mail che i messaggi di faccialibro? Ma se voleva una risposta, poteva anche sprecare qualche byte in più e scrivermi "Ti trovo simpatica/carina/brillante/ecc/ci tenevo a farti sapere che blablabla/ma siamo solo amici" o roba di 'sto genere.
Insomma, una che si trova un mail di 'sto tenore non pensa proprio a una cosa innocente, o sbaglio?
Certo, lui sa bene che sono sposata, anche per il semplice fatto che lui c'era. Quindi per forza è una cosa innocente no?
È come alle elementari, quando mandi i bigliettini al compagno di classe che ti è simpatico, solo che oggi ci sono le email. No?
Che poi mi immagino l'alternativa: perché lui non è il solo a compiere gli anni il mio stesso giorno, c'è un altro mio amico e coetaneo. A questo ho scritto "auguri quasi-gemello". Ecco, io ora ringrazio l'illuminazione che mi ha colta nello scrivere al Quasi-collega e ad appellarlo costì invece di "quasi-gemello" come inizialmente era mia intenzione fare. Perché altrimenti quale missiva mi sarei trovata a dover gestire?
- Sospiro -
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ah questi social network,
amici,
cazzate,
ho perso il tag
29 settembre 2011
Chi disgraziatamente volesse iscriversi alle liste per diventare supplente nelle scuole superiori, deve:
Per autenticare il numero di cellulare, si deve inserire un codice ricevuto via sms, il cui mittente è "ViviFacile".
MA MI STATE PRENDENDO PER IL CHIURLO?!?!?!
- iscriversi al sito del ministero
- identificarsi presso una scuola superiore
- completare l'iscrizione al sito
- autenticare il proprio indirizzo e-mail
- aspettare che il ministero pubblichi l'ordinanza per l'inserimento in graduatoria
- decifrare l'ordinanza
- compilare un malloppo di 14 pagine, scritto in burocratese, a scelta tra tre malloppi pressoché identici
- consegnare il malloppo a una scuola superiore
- compilare un elenco di scuole superiori dove poter insegnare, basandosi su una lista fornita dal ministero ma se sbagli sono cavoli tuoi, ti ritrovi con una scuola in meno
- autenticare il proprio numero di cellulare
Per autenticare il numero di cellulare, si deve inserire un codice ricevuto via sms, il cui mittente è "ViviFacile".
MA MI STATE PRENDENDO PER IL CHIURLO?!?!?!
20 luglio 2011
a temperatura. (grinpiss)
bello, se pulito, l'ambiente.
è importante, l'ambiente.
è fondamentale, l'ambiente.
hai rispetto di te stesso e degli altri, se rispetti l'ambiente.
la nostra vita migliora, se è curato, l'ambiente.
non è un problema solo nostro, è un problema di tutti, l'ambiente.
raccogli le cartacce al parco, ed è cosa giusta, per l'ambiente.
ho la tessera di greenpeace, perché difendo l'ambiente.
ho anche il frullatore in classe a+++, per non consumare l'ambiente.
ma cristoddìo, camion "monnezzaro differenziato", passeseresti un po' più tardi delle 5 di mattina - ogni mattina - sotto casa mia?
1 luglio 2011
Datemi una bambolina woodoo
Perché dovete sapere che questo blog lo uso anche come sfogo, come quando ti trovi con quella combriccola di amici fidati a cui puoi dire tutto, anche le parolacce. Perché nel mio non si sa mai, è direttamente collegato alla sottoscritta, invece a questo i miei soliti lettori ci arrivano per la circonvallazione e i non lettori ma conoscenti difficilmente giungono: non me ne vogliate, sono scelte strategiche.
E ora ho bisogno dei miei amici e della loro cattiveria. Perché ho un rospo che non va giù.
Come avrete appreso, o lo apprenderete ora, sono di fresco sposata, molto felicemente. Come è giusto che sia, il mio Apollo e io abbiamo avuto il nostro passato in separata sede: pace e bene, ora siamo solo Noi due.
Come altrettanto è giusto che sia, ognuno è più o meno geloso delle vecchie fiamme della propria metà e confesso che ce n'è una cui farei volentieri lo scalpo. Che per fortuna ha avuto la buona grazia di non presentarsi al Giorno.
Un'altra mi stava sulle scatole per principio: nemmeno l'avevo mai vista in faccia, ma era una mina vagante che ritenevo capacissima di mettersi in mezzo a Noi. Apollo minimizzava, ma io sono donna e certe cose le so per il mio senso in più. E poi diciamolo, non sta bene che una ragazza stia appiccicata al ragazzo di un'altra, chiamandolo anche a ore assurde in cui *per forza* i due sono insieme (leggi: sabato sera). Non mi si venga a dire che ha problemi/ha bisogno/povera stella. Non esiste proprio, c'è un galateo anche per questo.
Per amore si fa tutto o quasi, così mi sono sforzata di farmi passare questa idiosincrasia: sfumata in vapore proprio nel Giorno, quando mi sono trovata sotto casa un pulcino sperduto che mi chiedeva con grande imbarazzo se io fossi io e soprattutto dove fosse la chiesa. Era Quellallà che si era persa, scortata da un cavaliere di cui ricordo a mala pena i lineamenti: e io nella gloria del mio abito fantastiglioso ho sorriso, godendo e gongolando che al Suo fianco apollineo ci sarei stata io. Tiè.
Quando ci vuole, ci vuole (cit.).
Oggi, poco fa, mettevo in ordine il marasma che era ancora il salotto: valigie di qua, confetti di là, bomboniere via, vestiti a lavare, biglietti e regali tutti insieme per i ringraziamenti.
C'è pure il regalo di Quellallà, un soprammobile in vetro che tanto malvagio non è (io odio i soprammobili, quindi è un enorme apprezzamento), corredato di biglietto. Cotal biglietto era stato letto la sera del Giorno, ma l'emozione, la gente, ecc mi avevano chiuso gli occhi.
Perché mi era sfuggito un dettaglio.
Sotto la canzone che ci ha dedicato, c'era un messaggio conclusivo, due parole che avrei preferito non leggere. Due parole che più fuori luogo di così non avrebbero potuto essere. Peggio della telefonata a mezzanotte del sabato sera.
Con amore.
E io non dovrei farne una bambolina woodoo da riempire di spilli???
E ora ho bisogno dei miei amici e della loro cattiveria. Perché ho un rospo che non va giù.
Come avrete appreso, o lo apprenderete ora, sono di fresco sposata, molto felicemente. Come è giusto che sia, il mio Apollo e io abbiamo avuto il nostro passato in separata sede: pace e bene, ora siamo solo Noi due.
Come altrettanto è giusto che sia, ognuno è più o meno geloso delle vecchie fiamme della propria metà e confesso che ce n'è una cui farei volentieri lo scalpo. Che per fortuna ha avuto la buona grazia di non presentarsi al Giorno.
Un'altra mi stava sulle scatole per principio: nemmeno l'avevo mai vista in faccia, ma era una mina vagante che ritenevo capacissima di mettersi in mezzo a Noi. Apollo minimizzava, ma io sono donna e certe cose le so per il mio senso in più. E poi diciamolo, non sta bene che una ragazza stia appiccicata al ragazzo di un'altra, chiamandolo anche a ore assurde in cui *per forza* i due sono insieme (leggi: sabato sera). Non mi si venga a dire che ha problemi/ha bisogno/povera stella. Non esiste proprio, c'è un galateo anche per questo.
Per amore si fa tutto o quasi, così mi sono sforzata di farmi passare questa idiosincrasia: sfumata in vapore proprio nel Giorno, quando mi sono trovata sotto casa un pulcino sperduto che mi chiedeva con grande imbarazzo se io fossi io e soprattutto dove fosse la chiesa. Era Quellallà che si era persa, scortata da un cavaliere di cui ricordo a mala pena i lineamenti: e io nella gloria del mio abito fantastiglioso ho sorriso, godendo e gongolando che al Suo fianco apollineo ci sarei stata io. Tiè.
Quando ci vuole, ci vuole (cit.).
Oggi, poco fa, mettevo in ordine il marasma che era ancora il salotto: valigie di qua, confetti di là, bomboniere via, vestiti a lavare, biglietti e regali tutti insieme per i ringraziamenti.
C'è pure il regalo di Quellallà, un soprammobile in vetro che tanto malvagio non è (io odio i soprammobili, quindi è un enorme apprezzamento), corredato di biglietto. Cotal biglietto era stato letto la sera del Giorno, ma l'emozione, la gente, ecc mi avevano chiuso gli occhi.
Perché mi era sfuggito un dettaglio.
Sotto la canzone che ci ha dedicato, c'era un messaggio conclusivo, due parole che avrei preferito non leggere. Due parole che più fuori luogo di così non avrebbero potuto essere. Peggio della telefonata a mezzanotte del sabato sera.
Con amore.
E io non dovrei farne una bambolina woodoo da riempire di spilli???
30 gennaio 2011
cheppòi.
cheppòi, tra l'altro, riflettevo: quante case la domenica mattina sembrano un monastero?
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