30 novembre 2010
agrodolce/17 (molto agro, poco dolce, stavolta. e comunque, diverso.)
29 novembre 2010
eternal sunshine of the spotless mind (ovvero: no, non ve lo dico nel titolo come lo hanno tradotto in italiano, ché me ne vergogno)
28 novembre 2010
ermUtismo.
27 novembre 2010
Beginning
Era malinconico, senza saperne il motivo, era una sensazione che non aveva mai provato prima. Eppure aveva tutto, tutto quello che un uomo, nel suo piccolo, potesse desiderare. Ma gli mancava qualcosa, qualcosa che per lui era veramente importante, se solo fosse riuscito a capire cosa.
Molti ritenevano la sua vita invidiabile, non per quello che faceva, ma per come ci riusciva. Il suo modo gentile e leale gli aveva procurato numerosi amici e pochi nemici. Cosa che per il suo lavoro era indispensabile.
Aveva un lavoro, e questo non era cosa da poco, dato che molti della sua eta' ne cercavano da anni uno. Non solo aveva un lavoro, ma anche molti soldi. Non era nato ricco, anzi. Aveva cominciato dal basso, lavorando anche 12 ore al giorno, e poi pian piano la fortuna gli aveva sorriso. Oggi non solo guadagnava una cospicua somma, ma faceva lavorare circa 400 famiglie. Nonostante tutto, non era felice...gli mancava qualcosa che desse un senso a tutto...qualcosa per cui la notte non dormiva piu'.
Nel suo attico, tutto aveva perso valore, non monetario, ma affettivo . Sembrava come se niente di tutto quello circostante fosse suo. Non solo, oltre alle cose a cui rinuncio' facilmente, anche il lavoro sembrava non appartenergli piu'. Erano mesi che il suo ufficio era vuoto, e nell'ombra di un computer mandava avanti quel che poteva. Lo faceva solo per le famiglie che manteneva, doveva farlo. Lo stretto necessario sarebbe bastato...lasciandosi
del tempo per riflettere.
Riflettere...[to be continued...]
agrodolce/16
impara l'arte e mettila da parte.
25 novembre 2010
24 novembre 2010
ventisei minuti ventisei.
23 novembre 2010
agrodolce/14
22 novembre 2010
agrodolce/13
21 novembre 2010
the show must go on.
20 novembre 2010
tipo.
agrodolce/12
19 novembre 2010
decisioni. (da domani...)
18 novembre 2010
agrodolce/11 (la metamorfosi)
17 novembre 2010
capita. capìta?
16 novembre 2010
il silenzio.
agrodolce/10
15 novembre 2010
agrodolce/9
14 novembre 2010
13 novembre 2010
segreti.
"un segreto?"
"sì."
"tipo?"
"un segreto, una cosa che non dovresti dire a nessuno."
"allora, se me lo dici non è più un segreto."
"vabbè. comunque è qualcosa che pesa dentro."
"è un rimorso allora?"
"no. è qualcosa che vorrei dire, di mio, ma non posso."
"e perché mai non potresti?"
"perché è qualcosa che potrebbe sconvolgerti."
"niente di più sconvolgente degli ultimi mesi."
"beh, in effetti, hai ragione. gli ultimi mesi sono stati abbastanza pesanti. un sacco di rivelazioni, che manco wikileaks."
"adesso non esageriamo, non sono il pentagono o la CIA."
"no, più che il pentagono sei una sfera. anzi una palla. che unita a quelle che mi fai ne sono 3."
"la solita minestra eh, sempre cordiale tu, quando mi confido?"
"dai avanti. spara."
"beh, sono il figlio segreto di elvis".
"ah."
(ecco, ultima castroneria a parte, funziona così, dentro di te, quando vorresti dire qualcosa e non puoi, e la "schizofrenia" prende il sopravvento: il tuo "io razionale" vs il tuo "io animale", istintivo. l'uno contro l'altro. e alla fine chi vince? ah, non lo so.)
12 novembre 2010
agrodolce/7
agrodolce/6
11 novembre 2010
Ebay tempi...
Quando qualcuno puo' ritenersi intelligente?
(Diamo il benvenuto nella nostra comitiva a UomoMordeCane. Esimio, a Lei la parola.)
Quando qualcuno puo' ritenersi intelligente?
Io potrei dire di esserlo. Tutto, intorno a me, conferma la mia intelligenza.
Bene.
Ma...
Potrei essere stupido e non saperlo. Vi pare?
Spiego.
Non sapere di essere stupido mi lascerebbe pensare di esserlo: non avrei sufficiente intelligenza per capire quanto io sia stupido.
Non aver coscienza della propria stupidità non la rimuove, anzi: se possibile rende ancor meglio l'idea della stessa. La confermerebbe, certo.
Sarei dunque ancora piu' stupido se non sapessi di esserlo, essendolo.
[Inciso: usare contiguamente termini come "esserlo" ed "essendolo" mi fa propendere per una mia stupidità accentuata oltre la media].
Dunque ci sono ragionevoli possibilità che io sia MOLTO stupido.
Che uno stupido possa ritenersi intelligente non fa specie: è stupido, puo' credersi qualsiasi cosa, una sedia a dondolo, un annaffiatoio termico, una mignotta sulla Cristoforo Colombo.
Dunque, ci sono serie possibilità che io sia stupido. Davvero stupido.
Aggiungo: sono piu' le persone stupide al mondo o quelle intelligenti?
Qui la risposta è difficile (ma questo non fa altro che avvalorare la mia tesi: sono stupido e non riesco a valutare bene le cose): la storia dimostra la stupidità dell'uomo.
Ma l'evoluzione continua deporrebbe per la sua intelligenza. Dunque sembrerebbe abbastanza ragionevole dire che siano di piu' gli intelligenti. Ma questo potrebbe essere un ragionamento stupido: del resto le masse sono mosse da pochi intelligenti. Dunque è possibile che la maggioranza sia stupida.
Ora: come posso io sperare di far parte della minoranza? Perchè dovrei essere un eletto? Solo per vanità? Sarebbe stupido. Confonderei un desiderio con la cruda realtà delle cose. Sperare di essere parte della minoranza di intelligenti ci sta. Crederci pero'...
Finora non ho trovato un solo argomento che mi possa confermare la mia intelligenza, anzi.
Le persone che ho intorno mi dicono che sono intelligente, certo. Ma lo facevo anche io con certi amici che ritenevo stupidi. Lo facevo per amicizia. O per portarmi a letto qualcuna. Che credeva alle mie parole, era quindi stupida. Doppiamente, se mi riteneva intelligente.
E poi anche loro, gli amici, essendo parte della maggioranza stupida, potrebbero ragionevolmente essere stupidi e non capire la mia stupidità.
Ho cosi' raggiunto un soddisfacente grado di certezza sull'essere stupido. E, si sa, le certezze sono sempre degli stupidi.
Ma cosi' dicendo ho capito qualcosa: sono stupido. Dimostrando dunque capacità di analisi, ragionamento, buon senso.
Allora?
Allora, forse stupido non sono. Dunque potrei dire di essere almeno un po' intelligente.
Ma tornando su queste righe leggo una anamnesi compiuta, esaustiva, impeccabile. Qualcosa che uno "solo un po'" intelligente farebbe fatica a portare avanti.
Quindi forse sono davvero intelligente.
Del resto gli intelligenti saranno pure una minoranza, ma qualcuno a questa minoranza dovrà pur appartenere. Quanto minoritaria poi sia questa minoranza è certo di difficile valutazione ma ci sta che io vi sia dentro.
E qui mi permetto di sottolineare come "minoranza minoritaria", in bocca ad uno stupido, davvero non le ho mai viste.
In ultimo: da intelligente, quale ho qui compreso d'essere, mi piace sottolineare come la vera stupidità io la ravvisi piu' nel ragionare "in circolo", nel prendere un capo del discorso, sviscerarlo per poi tornare a bomba. Senza aver risolto nulla.
La stupidità, secondo me, è proprio ragionare "in loop", senza approdare a conclusioni.
E questo, davvero, non mi appartiene.
Ok!
Ma...
Quando qualcuno puo' ritenersi intelligente?
Io potrei dire di esserlo.. Tutto, intorno a me, conferma la mia intelligenza.
Bene.
Ma...
Potrei essere stupido e non saperlo. Vi pare?
Spiego.
10 novembre 2010
agrodolce/5
9 novembre 2010
back to the flash.
8 novembre 2010
7 novembre 2010
è solo una questione di cultura.
6 novembre 2010
agrodolce/3
5 novembre 2010
agrodolce/2
4 novembre 2010
agrodolce/1
3 novembre 2010
4x4 (16? no, solo 4.)
2 novembre 2010
pulito. pulitissimo. anzi, lucido.
1 novembre 2010
L'uomo che parlava con il silenzio
Parlava poco: ecco quale era il suo difetto. Per alcuni, invece, il suo pregio. Il motivo era semplice: parlando poco, ascoltava molto. Non era un burbero, anzi, il suo sguardo dolce faceva capire tutt'altro. Per lui non era un problema, era un suo modo di fare. Un suo modo d'essere.
Era così, ed a molti non dispiaceva la sua presenza. Il suo silenzio era prezioso per qualsiasi persona avesse uno sfogo da fare. Lui ascoltava, senza mai compatire l'altra persona e proprio per questo era conosciuto da molti e aveva tanti amici senza aver scambiato non più di due parole.
Se nei momenti di dialogo era al centro dell'attenzione, nelle feste dove spesso veniva invitato copriva un ruolo a dir poco marginale. In un angolo osservava, degustando del vino a buon mercato o un cocktail improvvisato. E ascoltava migliaia di dialoghi insieme, senza mai esprimersi. Senza che venisse mai interrogato o inserito in qualche tipo di qualsiasi di discorso.
Spesso si domandava il perché si ostinasse a presentarsi. Ma i suoi occhi erano incapaci di dire di no.
Un giorno prese una decisione: non andare. Pensava che forse non si sarebbero accorti di niente e invece molti chiesero di lui, molti chiesero il perché della sua assenza...mancava qualcosa. Mancava a tutti il suo silenzio.
breve storia post-halloweeniana (quattro righe ermetiche. amen.)
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