La torre in alto svetta
nell'occhio del ciclone;
tempesta vi si è stretta
attorno a quel bastiione.
Le nubi fanno cerchio
attorno a quella motta,
laddove largo abbraccio
di giovani risalta.
In torre si lavora,
la storia lì s'insedia;
all'ombra che ripara
del diavolo essa è sedia.
Tale è la sua forma,
calamità l'ha offesa;
maestra della cima,
che guarda alla sua chiesa.
Intesa larga avvolge
memoria scorsa via;
di resti che coinvolge,
la storia è strategia.
Infine al grande albero
va il tenero ricordo:
all'ora del riparo
dal grande Sol Testardo.
Siam tutti ben raccolti
attorno alle due voci,
siam raggi dipartiti
da due nobili luci.
21 marzo 2011
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