- Ci vediamo al solito posto?!?
- Si....ma chi si avvia???
- Non io di certo, arriverei tardi....e addio posto a sedere
- Vabbe' dai penso che qualcuno si avviera', provo a fare qualche telefonata e poi ci risentiamo! *click*
....il solito posto era un luogo di incontro, ereditato da generazioni antecedenti la mia. Era la seconda panchina del "vialetto" (partendo dalla fine). Il nostro modo per stare insieme, senza alcun pub, senza alcun riparo. Qualcuno forse della mia eta', ricorda quando il viale nei giorni festivi era pieno di gente che passeggiando chiacchierava con altri.....si ritrovavano tutti lì.
Non avevano bicchieri di cocktail o birra in mano, si rideva, piangeva, ricordava e raccontava tutto cio' che la giornata scolastica o di lavoro portava o avrebbe portato. Non c'era un limite di eta', eravamo giovani tra i giovani. A quelli piu' adulti, era riservato un viale parallelo dove si parlava di altro, dove si riuniva altra vita con altri tempi.
Ricordo il sabato, quando il freddo ancora ci permetteva di uscire, quando si riusciva a sopportare, il viale si riempiva. Il vociare misto al rumore delle moto che qualcuno portava con se', creava un ambiente ideale dove poter stare.
Le panchine erano il posto a sedere per poter vedere il passeggio delle tante persone, arrivate in ritardo, che aspettavano che qualcuno si alzasse, per poter riposare anche le loro, di gambe. Spesso il sedersi era il mondo per poter creare un punto dove incotrarsi, anche se poi passavi la serata in piedi a parlare. Anche le passeggiate, pur di non perdere il posto tanto sperato, si facevano a turno, alcuni arrivavano altri si alzavano ed andavano per poi ritornare.
Ogni panchina, almeno quelle in fondo erano luogo preferito delle comitive, panchine sature di gente. Ognuna aveva diritto ad una, anche perche' la distanza con quella successiva o di fronte, non dava motivo di stare insieme. Penso che ogni comitiva sceglieva una panchina dove ritrovarsi, e quando questa era gia occupata, si cercava di prenderne un'altra....attendendo che si liberasse.Venivano fatte vere e proprie ronde.
Immaginate che questo avveniva per ogni panchina installata lungo il viale (circa trenta), o almeno per una buona parte....
Oggi questo purtroppo non c'e' piu'....molti di noi, hanno lasciato il paese verso l'universita' perdendo l'abitudine di incontrarsi.....le nuove leve (quelli qualche anno piu' piccoli di noi) hanno cambiato ritrovo, preferendo angusti luoghi dove il caos e il rumore regna.
...forse temendo di perdersi preferiscono stare ancora piu' vicini fino a schiacchiarsi.....
- Si....ma chi si avvia???
- Non io di certo, arriverei tardi....e addio posto a sedere
- Vabbe' dai penso che qualcuno si avviera', provo a fare qualche telefonata e poi ci risentiamo! *click*
....il solito posto era un luogo di incontro, ereditato da generazioni antecedenti la mia. Era la seconda panchina del "vialetto" (partendo dalla fine). Il nostro modo per stare insieme, senza alcun pub, senza alcun riparo. Qualcuno forse della mia eta', ricorda quando il viale nei giorni festivi era pieno di gente che passeggiando chiacchierava con altri.....si ritrovavano tutti lì.
Non avevano bicchieri di cocktail o birra in mano, si rideva, piangeva, ricordava e raccontava tutto cio' che la giornata scolastica o di lavoro portava o avrebbe portato. Non c'era un limite di eta', eravamo giovani tra i giovani. A quelli piu' adulti, era riservato un viale parallelo dove si parlava di altro, dove si riuniva altra vita con altri tempi.
Ricordo il sabato, quando il freddo ancora ci permetteva di uscire, quando si riusciva a sopportare, il viale si riempiva. Il vociare misto al rumore delle moto che qualcuno portava con se', creava un ambiente ideale dove poter stare.
Le panchine erano il posto a sedere per poter vedere il passeggio delle tante persone, arrivate in ritardo, che aspettavano che qualcuno si alzasse, per poter riposare anche le loro, di gambe. Spesso il sedersi era il mondo per poter creare un punto dove incotrarsi, anche se poi passavi la serata in piedi a parlare. Anche le passeggiate, pur di non perdere il posto tanto sperato, si facevano a turno, alcuni arrivavano altri si alzavano ed andavano per poi ritornare.
Ogni panchina, almeno quelle in fondo erano luogo preferito delle comitive, panchine sature di gente. Ognuna aveva diritto ad una, anche perche' la distanza con quella successiva o di fronte, non dava motivo di stare insieme. Penso che ogni comitiva sceglieva una panchina dove ritrovarsi, e quando questa era gia occupata, si cercava di prenderne un'altra....attendendo che si liberasse.Venivano fatte vere e proprie ronde.
Immaginate che questo avveniva per ogni panchina installata lungo il viale (circa trenta), o almeno per una buona parte....
Oggi questo purtroppo non c'e' piu'....molti di noi, hanno lasciato il paese verso l'universita' perdendo l'abitudine di incontrarsi.....le nuove leve (quelli qualche anno piu' piccoli di noi) hanno cambiato ritrovo, preferendo angusti luoghi dove il caos e il rumore regna.
...forse temendo di perdersi preferiscono stare ancora piu' vicini fino a schiacchiarsi.....
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