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15 dicembre 2010

"Tu lo conosci Totti?" (Eventualità.)

Gente, siamo molto lieti di presentarvi un nuovo ospite: ecco a voi Silas Flannery che nella maniera che gli è più consona, ossia raccontando una storia, ci allieterà. A te la parola, S.

Non c'era verso di consolarlo: Michele piangeva. Piangeva a dirotto, nonostante quello dovesse essere il suo giorno più felice. O almeno questo credevamo. O meglio: non lo credevamo più, ma un paio di mesi prima l'avevamo creduto.

Un paio di mesi prima: questa storia inizia lì. Estate, noi a mare. Ostia: immaginate una spiaggia affollata, bambini chiassosi a giocare a pallone, qualcuno che si ricorda di me e viene a chiedermi l'autografo. Poca gente, intendiamoci: non essere mai arrivato alla serie A mi pesa, e non è che a Ostia ci siano così tanti tifosi della Cremonese o del Foggia. Qualcuno si ricorda di me al Frosinone, ecco, ma non chiedi l'autografo a un centrocampista del Frosinone: lo chiedi al calciatore da poster, al grande campione belloccio, quello che sta con le veline e fa le interviste scontate del dopo-partita su Raidue. A quello che ha lottato su campi polverosi, che magari ha studiato perché domani chissà e quindi le interviste le saprebbe anche fare bene, senza rifugiarsi in frasi del tipo "La partita è stata determinata da episodi, avremmo meritato il pareggio" o "La forza della squadra è il gruppo, senza i miei compagni non avrei potuto segnare", beh, a quello al limite chiedi di fare un paio di palleggi sul bagnasciuga, se ti va bene anche di giocare con te, ma no, non chiedi l'autografo.
Beh, insomma, mi sto dilungando. Quello che volevo dire è che fra i bambini chiassosi c'era anche Michele. Che è chiassoso sempre, ma questa volta un po' di più: era felice, Michele, e noi lo eravamo con lui. Il suo sogno si realizzava. Un sogno vecchio di anni: avrà avuto quattro o cinque anni quando notò per la prima volta quei bambini che scendono in campo tenuti per mano dal capitano della squadra e allora, con la timidezza che hanno i bambini quando chiedono qualcosa di impossibile, mi prese alla larga:
- Papà?
- Sì, amore?
- Tu lo conosci Totti?
- No, amore, Totti non lo conosco, però abbiamo un paio di amici in comune. Perché?
- Perché Totti è forte.
- Sì, amore, il capitano è fortissimo.
- È il più forte del mondo, papà?
- Beh, amore, il più forte del mondo no, però è molto forte.
- E quel bambino che c'è lì, papà?
- Quel bambino cosa?
- Quello è figlio di Totti?
- No, amore, non è figlio di Totti.
- Ed è un calciatore?
- No, amore mio. È troppo piccolo.
- E allora è figlio di un calciatore?
- Non lo so, Michele.
- Perché a me mi piacerebbe conoscere Totti.
- "A me mi" non si dice, Michele. Comunque: se vuoi vediamo come fartelo conoscere.
- E se poi conosco Totti…
- Se poi conosci Totti?
- …lui mi porta alla partita come fa con quel bambino lì?
Inutile dire che a quel punto il mio obiettivo diventò farlo andare alla partita. Lì per lì non avevo idea di come si facesse, ma con un paio di telefonate in Lega scoprii come. Insomma: non sarò mai andato in serie A, ma quattro amici alla Lega Calcio ce li ho. Comunque: adesso non starò ad annoiarvi con storie di burocrazia e raccomandazioni, ma quella mattina lì, quella mattina della spiaggia di Ostia eravamo partiti tardi per il mare e nel frattempo era arrivato il postino con una raccomandata. Busta della Lega, carta intestata e tutto il resto: "Spett.le signor eccetera eccetera, ci pregiamo di comunicarLe eccetera eccetera, la Sua richiesta è stata accolta eccetera eccetera, la partita valida per la 9.a giornata del campionato di Serie A TIM, eccetera eccetera, Roma-Lecce, eccetera eccetera". Seguivano le istruzioni: il lunedì precedente, via posta prioritaria e per telefono, mi sarebbero stati comunicati l'orario della partita e le modalità di accesso allo stadio. La lettera specificava che il bambino sarebbe stato accompagnato da un genitore e che negli spogliatoi sarebbe stato sorteggiato il suo ruolo. Certo, Roma-Lecce non era esattamente una partita di cartello, in fondo Michele avrebbe corso il rischio di entrare in campo tenendo per mano Giacomazzi e non Totti, però, insomma, avrebbe comunque indossato una maglia giallorossa e Totti l'avrebbe visto da molto, molto vicino. Lo preparai a quest'evenienza.
- Michele?
- Un attimo, papà. "Vrooooooooooooom".
- Ascoltami, Michele.
- Uh. Che c'è?
- Ho una sorpresa per te.
- Che sorpresa? La Playstation?
- No. Una cosa più bella.
- Che cos'è? Che cos'è?
- Il 31 ottobre andrai in campo con la Roma. Però, amore, devi sapere una cosa: non è detto che tu vada con Totti. Forse vai con il capitano del Lecce.
- Ma Totti è più forte.
- Sì, amore, ma Totti sarà lì, accanto a te. E poi lo sai? Pure il Lecce è giallorosso.
Insomma: questo fatidico 31 ottobre arrivò. O meglio: arrivò il 30, perché Roma-Lecce era l'anticipo del sabato alle 18. Alle 16 arrivammo all'Olimpico, entrammo dal tornello dello staff e andammo dritti dritti agli uffici della Lega negli spogliatoi. Fu a quel punto che si verificò la tragedia. Una tragedia che non avevo calcolato: ci venne consegnata una maglietta giallina, che portava con sé il verdetto del sorteggio. L'arbitro: c'è un bambino che accompagna anche l'arbitro. E a quello no, a quello Michele non era preparato. Non era preparato alla prima occasione sprecata della sua vita.

8 commenti:

  1. Ma piccolo... Bisognava spiegargli che anche gli arbitri, a patto che non si chiamino Moreno, son bravi cristi... Che pure loro corrono, sfiatano e stantuffano come i giocatori e forse addirittura di più. Anche se non guadagnano altrettanto.

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  2. Considerata la mia passione calcistica non può che piacermi questo racconto.. ma povero bambino...

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  3. Grazie, ragazze. @Vaniglia: beh, sì, ma Totti è più forte.

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  4. Silas chiama ed io corro a leggere i suoi racconti...

    Ma Michele,anche accompagnando l'arbitro, a Totti lo ha visto lo stesso?
    Mi piacciono questi finali agrodolci...

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  5. er pupone è sempre er pupone...
    (questo racconto a me mi piace)

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  6. Vabbé magari sento se gli fanno accompagnare qualche etiope alla partenza della Maratona di Roma. Comunque bello, malgrado l'argomento calcistico.

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  7. Grazie, gente ^^
    (Meno male: wr mi perdona :p)

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