Scrivere: una cosa che mi ha sempre appassionato ma di cui avevo una
paura matta, tanto tempo fa. Poi si cresce e si impara ad affrontare certi
problemi, per capire se sono tali. E forse lo sono.
Mi sarebbe servito soltanto qualcuno capace di scrivere e con briciolo
di pazzia, per poter pensare di aprire un blog. Dopo un minuto passato a
riflettere come fare, ci siamo subito arresi. Soprattutto perché il concetto di
“aprire” non ci era abbastanza chiaro e ci siamo limitati a creare uno “spazio”
con un dominio. Poi mi dissero che così si “apriva” un blog. -“Ah si?”- questa
fu la mia risposta.
Avere uno spazio, seppur comune, dove buttare le proprie idee, i
propri lamenti, qualche racconto, numerose cazzate e qualche sfogo è un cosa
non da poco. Non da poco perché quelle cose rimangono scritte, impresse nel
web. Qualcuno le legge, le condivide e forse le fa sue. In quel momento
potrebbe rifletterci o semplicemente annoiarsi e chiudere pensando: “sempre le
solite cazzate”. Oppure ridere pensando: “sempre le solite cazzate”. O entrambe
(a causa di lettori bipolari).
Ci sono momenti in cui in quello spazio si vorrebbe vomitare la
propria vita e ci si limita a scrivere qualcosa di piccolo e delle volte in cui,
nella vita, tutto gira talmente velocemente che non si ha il tempo per scrivere
qualcosa che quel qualcosa è già passato. Così quello spazio rimane vuoto
proprio perché la vita gira un po’ per tutti e quel poco che ogni giorno
scrivevamo sopra, ora ci sembra passato.
Così che ogni giorno che passa vedo quello spazio vuoto e mi ritorna
la paura. La paura del foglio bianco, quella vecchia fobia che avevo anche a
scuola, quando il professore di turno ci propinava quel tema a piacere di cui
non me ne fregava una fava. Quella paura
che per un periodo avevo superato, avevo sconfitto e di cui ogni tanto affiora.
Ebbene si ho paura dei fogli bianchi.
Certe volte io ho il blog bianco: io vorrei dire quel che penso ma non ci riesco. O lo faccio ma male. Sarà il foglio bianco, le dita che non riescono a scrivere quel che dice il cervello. Oppure il cervello: troppo incasinato per poter dare un pensiero chiaro.
RispondiEliminaesattamente quello. oppure ci limitiamo a pensare cosa potrebbe pensare la gente dopo aver letto il post. Forse a loro potrebbe anche interessare, forse no. il concetto rimane tale: che a me non frega niente. :) un saluto Pà
RispondiEliminasai che penso?
RispondiEliminache il blog è la me stessa che più bistratto, ossia a volte voglia di scriverci tutto sopra (come dici te) a volte voglia di dare l'invio alla chiusura definitiva dello stesso, a volte voglia di comunicare, a volte voglia di cazzeggiare... ma paura di me stessa (fogli bianchi) quella no.
uhm sarebbi pure io una lettrice bipolare? :-(
ciao :-)