5 dicembre 2012
Biblioleicofobia
23 settembre 2011
Autunno
30 agosto 2011
Perso (2)

Il cielo era grigio a tratti, una parte di azzurro si affacciava tra qualche nuvola qua e la. Nei momenti che la luce solare lambiva il terreno, un leggero caldo arrivava alla sua pelle. Nella strada non c'era nessuno anche se l'ora non era cosi' tarda. Era uno di quei rari momenti in cui ti senti quasi il protagonista di un quadro, o meglio di un film. I palazzi davanti a lui si alternavano, alcuni erano alti, altri chiamarli palazzi sembrava quasi uno scherzo. In quel momento una bambina passava con il suo gelato appena acquistato. Se lo stava gustando, poiche' la sua concetrazione era tutta sulla prelibatezza che aveva tra le mani. Sembrava contenta e soddisfatta. La sua faccia non troppo pulita mostrava che la voracita' era proporzionale al suo grado di felicita'. Un cane vicino a lei provava a vedere se qualche goccia cadeva a terra per poter rubare, anche lui, i suoi attimi di soddisfazione. Scondinzolava ma la bambina non gli dava retta. Ognuno di loro aveva un obiettivo che non distoglieva i loro sguardi. Kim guardava senza alcuna espressione mentre beveva una birra. Il suo viaggio sarebbe continuato. La strada di casa era ancora lunga e di fermarsi non aveva alcuna voglia...
21 luglio 2011
Come va

Se invece parlo, parlo, parlo e non mi fermo forse e' perche' la persona che ho di fronte non e' unaqualsiasi, ma qualcuno a cui e' importante chiedere "come va?" e rimanere ad aspettare la sua risposta. Sperando sia positiva.
28 giugno 2011
Perso
(leggi e ascolta)
Kim quella mattina si svegliò solo. Non ricordava come mai si trovava là e ne tantomeno dove era. Un quadro, davanti agli occhi, un letto su cui giaceva e una finestra da cui entrava uno spiraglio di sole. Osservò meglio, non era un ospedale, ma una camera d'albergo con tutte le suppellettili che si possono immaginare. Aveva una grande insicurezza nella testa, dettata da una profonda paura. Non gli era mai capitato prima d'ora una cosa del genere. Si levò dal letto e tolse la tenda per scorgere l'orizzonte. Uno skyline mai visto, uno di quelli che solo nei film più comuni puoi vedere. Lui era li. Si vestì di colpo, ma si sentiva come vuoto. La sua testa per quello che ne capiva, lo era abbastanza. Gli venivano un sacco di pensieri, di azioni non fatte e di parole non dette, ma nulla che lo aveva condotto là . Cominciò ad uscire dalla camera per sentire anche solo un odore, vedere un colore, un dettaglio che lo riportassero ad un ricordo. Non sapeva dove era. Aveva solo impressioni ma non emozioni. Sembrava che quel luogo non gli apparteneva, ma ci era arrivato in qualche modo. Il cuore era pieno di battiti ma se aveva un legame non era lì. Quello se lo ricordava. Uscì fuori, sentì la mancanza di una direzione, ma il suo cuore lo avrebbe portato a casa. Sarebbe stato un lungo ritorno.
16 maggio 2011
La sedia del tramonto
Lo vedevo da giorni ed era sempre la. Il suo cappello, il suo sigaro e il suo pacato cinismo. Uomo distinto e vestito di punto. Sedeva alla solita sedia guardando il tramonto. In silenzio. Fumando lentamente il suo Toscano.
Con il suo viso rilassato, passava un senso di pacatezza e serenità, oltre che un innata sensazione di misantropia. Anche se spesso giungeva solo, per il tempo che rimaneva non lo era mai. Visitatori, curiosi, bambini o altri passeggiatori solitari, si fermavano a parlare con lui. Discorreva tranquillo raccontando storie, favole e altre curiosità che affascinavano le orecchie degli astanti. Alcune volte era solo e il suo viso sereno e limpido completava quel quadro di un tramonto sul mare.
Anche io a volte passavo di li, o perché uscivo da lavoro o durante le mie corsette tardo-pomeridiane. Era un immagine a cui mi ero abituato, anche se mi sono sempre chiesto il perché.
Un giorno passando di li' lo vidi solo, approfittando mi fermai.
- salve - dissi
- a lei - rispose senza voltarsi
- bella giornata oggi?
- non saprei, dipende dal modo in cui la vive - fece con un sorriso
- spero lo sia stato anche per lei?!?
- a tratti. Le giornate sono uguali, l'unica differenza sta nel modo in cui viviamo l'attimo che ci interessa. Da come parla per lei oggi e' stata una buona giornata!
- si, una bella giornata - e' difficile che sbagli. Riesco a capire lo stato d'animo di chi si ferma dal suo respiro. E lei di certo non e' triste. Anzi. Penso anche che sia in ansia a causa di una domanda che vuole pormi.
- ehm...
- può farlo non la mangio mica!
- non voglio essere invadente,ma come mai, lei ogni giorno e' qui? Cosa la spinge a venire a vedere il tramonto, tutti i giorni?
- le posso rispondere con un'altra domanda: come mai lei alcuni giorni passa di qui correndo? Cosa la spinge a farlo?
- Vabbe' ma quello e' un hobby, una passione...
- anche la mia. Inusuale, ma comunque una passione.
- cosa ci trova in essa?
- molta riflessione, le dirò che non e' la prima persona che me lo chiede. E spesso nella vita un po' di riflessione e' obbligatoria. Viviamo d'impulsi.
- ha ragione, ma non pensa che la riflessione possa avvenire in qualsiasi altro luogo?
- me lo sono sempre chiesto, ma non c'e luogo migliore, per me, se non questo! Ed ogni volta lo spettacolo non e' mai lo stesso. Spettatori compresi.
- concordo - gli risposi sorridendo
- ora silenzio, lo spettacolo sta cominciando.
vedemmo il tramonto, in silenzio, con il suo sigaro e il suo pacato cinismo.

(Scusate l'assenza, ma la mancanza di linea e il trasferimento in uno stato estero, non mi ha permesso di pubblicare. Sorry, too)
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