una volta un amico mio disse che la sfiga non esisteva e, mentre era in macchina, prese fuoco. lui.
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23 agosto 2011
19 agosto 2011
9 luglio 2011
La fregatura di essere Onesto
Ci sono valori che una volta inculcati non riesci più a toglierti di torno: non rubare, non mentire, non fare la spia, non approfittare delle debolezze altrui, ecc ecc.
I miei genitori sono stati particolarmente convincenti nell'inculcarmi queste dottrine, merito anche dello spauracchio dell'Inferno che in un'educazione ultra-cattolica ha il suo buon peso. Il risultato è una (ormai) donna limpida, incapace di mentire per il proprio tornaconto, sincera all'estremo, corretta e rispettosa delle regole, anche di quelle non scritte.
Qualche volta questa donna vorrebbe non sentire sulle spalle il giogo dell'onestà, non tanto per fregare gli altri, quanto per evitare di rimetterci lei.
Come ieri, per esempio.
Nel giorno del mio Gran Giorno, sono andata da Giorgio il parrucchiere pazzo con un portafogli un po' leggero, tanto da temere di non riuscire a coprire il costo di trucco e parrucco. Mi sbagliavo, perché alla fine mancavano solo 10 neuri al totale: dico, Giorgio scusami, te li porto quando torno dal Viaggio. Va bene, risponde lui. Lì per lì ero troppo agitata per pensare il più che adatto "brutto tirchio, fammi lo sconto, con tutto quello che ti ho comunque dato oggi puoi anche farlo senza morire di fame".
Tra una valigia da disfare e la casa da riordinare, sono riuscita a passare da Giorgio solo ieri, più per restituirgli un rossetto che mi aveva prestato per eventuali ritocchi al trucco che per quei 10 neuri.
Ciao come va come stai com'è andato il viaggio non fare a me i complimenti per il parrucco l'idea è stata tua ah grazie mi ero dimenticato il rossetto.
- Ti devo anche 10 euro.
- Davvero? Neanche me lo ricordavo.
- Sì, sono sicura (ma porca di quella vacca se stavo zitta!)
- Vediamo subito se l'ho segnato...no, non c'è. Grazie eh! (prende e intasca)
Giorgio, ti voglio tanto bene, tu sei l'unico autorizzato a tagliarmi la chioma perché sei l'unico che non mi abbia combinato pasticci (e che non mi ha mai proposto la pettinatura che quattro altri diversi colleghi mi proponevano puntualmente: quella di Gwyneth Paltrow inSliding Doors) e non mi sarei affidata a nessun altro nel mio Gran Giorno: ma da oggi ti voglio meno bene e ti auguro di cuore 10 euro di mal di pancia.
I miei genitori sono stati particolarmente convincenti nell'inculcarmi queste dottrine, merito anche dello spauracchio dell'Inferno che in un'educazione ultra-cattolica ha il suo buon peso. Il risultato è una (ormai) donna limpida, incapace di mentire per il proprio tornaconto, sincera all'estremo, corretta e rispettosa delle regole, anche di quelle non scritte.
Qualche volta questa donna vorrebbe non sentire sulle spalle il giogo dell'onestà, non tanto per fregare gli altri, quanto per evitare di rimetterci lei.
Come ieri, per esempio.
Nel giorno del mio Gran Giorno, sono andata da Giorgio il parrucchiere pazzo con un portafogli un po' leggero, tanto da temere di non riuscire a coprire il costo di trucco e parrucco. Mi sbagliavo, perché alla fine mancavano solo 10 neuri al totale: dico, Giorgio scusami, te li porto quando torno dal Viaggio. Va bene, risponde lui. Lì per lì ero troppo agitata per pensare il più che adatto "brutto tirchio, fammi lo sconto, con tutto quello che ti ho comunque dato oggi puoi anche farlo senza morire di fame".
Tra una valigia da disfare e la casa da riordinare, sono riuscita a passare da Giorgio solo ieri, più per restituirgli un rossetto che mi aveva prestato per eventuali ritocchi al trucco che per quei 10 neuri.
Ciao come va come stai com'è andato il viaggio non fare a me i complimenti per il parrucco l'idea è stata tua ah grazie mi ero dimenticato il rossetto.
- Ti devo anche 10 euro.
- Davvero? Neanche me lo ricordavo.
- Sì, sono sicura (ma porca di quella vacca se stavo zitta!)
- Vediamo subito se l'ho segnato...no, non c'è. Grazie eh! (prende e intasca)
Giorgio, ti voglio tanto bene, tu sei l'unico autorizzato a tagliarmi la chioma perché sei l'unico che non mi abbia combinato pasticci (e che non mi ha mai proposto la pettinatura che quattro altri diversi colleghi mi proponevano puntualmente: quella di Gwyneth Paltrow inSliding Doors) e non mi sarei affidata a nessun altro nel mio Gran Giorno: ma da oggi ti voglio meno bene e ti auguro di cuore 10 euro di mal di pancia.
6 giugno 2011
Piziavventura
Domenica pomeriggio a zonzo sui colli a bordo del carro solare di Apollo (leggi: scooter).
Il tempo non è dei migliori, siamo partiti col sole e un po' alla volta si è rannuvolato. Stavamo tornando verso casa, ma pur sempre persi in una strada nel nulla tra i boschi. Qui, non in città, non vicino a una qualsiasi parvenza di abitazione, restiamo con una gomma a terra.
Chiamo in soccorso l'OF che ovviamente non è a portata di mano. Mamy seppure più vicina non ha i mezzi per aiutarci.
Apollo mi lascia a bordo strada a fare la guardia al mezzo mentre lui si sarebbe diretto verso casa di un amico cowboy che avevamo da poco superato: "poco" su due ruote ad almeno 60 km orari, in discesa equivale a "molto" se a piedi e in salita.
Me ne sto a twittare nella speranza di un soccorso, sai mai che le nuove tecnologie funzionino davvero, quando si ferma un'auto: subito pensavo mi stessero prendendo per i fondelli dato che il guidatore é passato ridendo. Poi lo vedo fare marcia indietro: mi chiede se sono insieme al ragazzo che ha appena accompagnato da Nike, gaudio e tripudio, Apollo é arrivato dall'unico in zona che forse ci può aiutare!
I tre moschettieri, Apollo, Nike e Ciuchino arrivano armati di micro compressore: gomma gonfiata, ma un inquietante soffio esce dalla valvola. Sappiamo già per pregresse esperienze che ci toccherà farcela a piedi, elemosinando un accendisigari alle auto di passaggio per gonfiare la gomma di tanto in tanto.
Cominciamo la discesa, Apollo con lo scooter al traino, io con i caschi sottobraccio come Baby i cocomeri in Dirty Dancing. Dopo un tot sentiamo un clacson insolente dietro di noi e incredibile ma vero è l'OF che grazie il mio sos-gps ci ha raggiunti. Sento spuntare un moto di ammirazione per le nuove tecnologie. Una diagnosi veloce quanto drastica toglie ogni speranza di non farci tutta la strada a piedi.
Chiamiamo gli olimpici genitori perché vengano a recuperarci a valle e, gambe in spalla, proseguiamo la passeggiata.
Nel frattempo comincio a ricevere messaggi di supporto via Twitter e Faccialibro, seppur misera è stata una piacevole consolazione!
L'epilogo é presto detto: arriviamo al distributore con meccanico annesso, chiamiamo il titolare, depositiamo le chiavi del mezzo e torniamo a casa sani e salvi giusto prima della pioggia.
Recupero l'appuntamento fotografico settimanale, i compiti per casa li svolgo puntualmente ma non ho mai tempo di postarli: abbiate pietà di questa povera Pizia oberata dai vaticini!
Il tempo non è dei migliori, siamo partiti col sole e un po' alla volta si è rannuvolato. Stavamo tornando verso casa, ma pur sempre persi in una strada nel nulla tra i boschi. Qui, non in città, non vicino a una qualsiasi parvenza di abitazione, restiamo con una gomma a terra.
Chiamo in soccorso l'OF che ovviamente non è a portata di mano. Mamy seppure più vicina non ha i mezzi per aiutarci.
Apollo mi lascia a bordo strada a fare la guardia al mezzo mentre lui si sarebbe diretto verso casa di un amico cowboy che avevamo da poco superato: "poco" su due ruote ad almeno 60 km orari, in discesa equivale a "molto" se a piedi e in salita.
Me ne sto a twittare nella speranza di un soccorso, sai mai che le nuove tecnologie funzionino davvero, quando si ferma un'auto: subito pensavo mi stessero prendendo per i fondelli dato che il guidatore é passato ridendo. Poi lo vedo fare marcia indietro: mi chiede se sono insieme al ragazzo che ha appena accompagnato da Nike, gaudio e tripudio, Apollo é arrivato dall'unico in zona che forse ci può aiutare!
I tre moschettieri, Apollo, Nike e Ciuchino arrivano armati di micro compressore: gomma gonfiata, ma un inquietante soffio esce dalla valvola. Sappiamo già per pregresse esperienze che ci toccherà farcela a piedi, elemosinando un accendisigari alle auto di passaggio per gonfiare la gomma di tanto in tanto.
Cominciamo la discesa, Apollo con lo scooter al traino, io con i caschi sottobraccio come Baby i cocomeri in Dirty Dancing. Dopo un tot sentiamo un clacson insolente dietro di noi e incredibile ma vero è l'OF che grazie il mio sos-gps ci ha raggiunti. Sento spuntare un moto di ammirazione per le nuove tecnologie. Una diagnosi veloce quanto drastica toglie ogni speranza di non farci tutta la strada a piedi.
Chiamiamo gli olimpici genitori perché vengano a recuperarci a valle e, gambe in spalla, proseguiamo la passeggiata.
Nel frattempo comincio a ricevere messaggi di supporto via Twitter e Faccialibro, seppur misera è stata una piacevole consolazione!
L'epilogo é presto detto: arriviamo al distributore con meccanico annesso, chiamiamo il titolare, depositiamo le chiavi del mezzo e torniamo a casa sani e salvi giusto prima della pioggia.
Recupero l'appuntamento fotografico settimanale, i compiti per casa li svolgo puntualmente ma non ho mai tempo di postarli: abbiate pietà di questa povera Pizia oberata dai vaticini!
13/52 - Rosso rubino
Etichette:
project 52,
sfiga,
vita vissuta
24 gennaio 2011
Convenevoli.
Che poi io non capisco proprio perché l'unica persona ad amarmi incondizionatamente sia la sfiga.
Non è mica vero che bisogna essere in due a fare le cose.
"eccoti, ciao, come stai?"
"ma insomma, bene, grazie, si fa quel che si può"
"eh sì, è sempre così"
"è sempre così un paio di palle, scusa il francesismo".
Non è mica vero che bisogna essere in due a fare le cose.
"eccoti, ciao, come stai?"
"ma insomma, bene, grazie, si fa quel che si può"
"eh sì, è sempre così"
"è sempre così un paio di palle, scusa il francesismo".
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