Il mio balcone si sta trasformando pian piano in una foresta. All'appello rispondono:
- Lazzaro il tronchetto della felicità redivivo
- Daisy la stella di Natale più rigogliosa che mai (tocchiamo ferro legno ecc)
- le campanelle viola, che vivono di alti e bassi ma pare resistano
- Rosco il rosmarino
- Sonny il basilico che l'altro giorno mi ha fatto prendere un colpo: la sera prima era tutto cicciottoso, e il giorno dopo tutto moscio neanche fosse stato in forno. Per fortuna è bastata un po' di acqua e si è ripigliato.
- Mina la menta che langue misera e giallina (pare sia colpa del tempo di quest'anno)
- Melania, pianta di specie ignota con vaga somiglianza a un carciofo arancione.
- Venetia la calla rossa
- Bianca, altra ignota pianta da appartamento
- Giorgia la dracena
- le succulente Ilaria, Gina, Gigia e Crudelia
- Wally junior, l'avocado più veloce del West che nel giro di due mesi ha già messo le prime foglie.
In arrivo:
- Afef il trochetto gigante
- Maria (e non ci vuole fantasia a capire il perché del nome, peccato non sia quella vera)
- Cugino It, ennesima pianta di specie ignota (ma perché i fioristi non ci mettono un cartellino con le istruzioni?)
- tre orchidee che non ho ancora battezzato.
Adesso che fa caldo se ne stanno sul balcone, ma con l'autunno dovrò portarle in casa e proprio non ho idea di dove piazzarle. Potrei inventarmi una specie di giardino di Babilonia da salotto!
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8 luglio 2011
1 luglio 2011
Arretrati-anteprime
Che brava la sora Pizia, anche in honeymoon negli States si ricorda del suo impegno della foto settimanale! Eh, troppo facile, direte voi, basta aprire la cartella con le 2072 foto che hai fatto e pescarne un paio a caso. Invece no, ne ho fatte *apposta* per il progetto, tiè. Sono una Pizia seria, io :-P
La prima è stata scattata a San Francisco, in un negozio di abbigliamento sportivo. Non mi sono bevuta niente di strano e la segretaria non ha fatto scherzi (d'altra parte come avrebbe potuto? le ho dato due settimane di vacanza, a 'sta disgraziata!): sono gli americani a essere strani, che mettono le caramelle in mezzo alle giacche in goretex.
Questa invece è stata scattata a Sedona, il mio grande amore americano: un paesino incastrato tra le Red Rocks, da una parte i boschi e una spruzzata di neve, dall'altra il deserto dell'Arizona. Qui sono matti davvero, tutti a marciare sul senso di spiritualità che aleggia tra le rocce: nove negozi su dieci propongono oggetti magici, letture dell'aura e stramberie niueig. Ho pensato seriamente di rinunciare a New York per restare qui fino alla fine della vacanza: magari potrei farci un pensierino per traslocare l'antro, forse farei davvero il colpaccio!
L'ultima è il compitino della settimana e parla da sola.
La prima è stata scattata a San Francisco, in un negozio di abbigliamento sportivo. Non mi sono bevuta niente di strano e la segretaria non ha fatto scherzi (d'altra parte come avrebbe potuto? le ho dato due settimane di vacanza, a 'sta disgraziata!): sono gli americani a essere strani, che mettono le caramelle in mezzo alle giacche in goretex.
15/52 - Sweet Sweet Way
Questa invece è stata scattata a Sedona, il mio grande amore americano: un paesino incastrato tra le Red Rocks, da una parte i boschi e una spruzzata di neve, dall'altra il deserto dell'Arizona. Qui sono matti davvero, tutti a marciare sul senso di spiritualità che aleggia tra le rocce: nove negozi su dieci propongono oggetti magici, letture dell'aura e stramberie niueig. Ho pensato seriamente di rinunciare a New York per restare qui fino alla fine della vacanza: magari potrei farci un pensierino per traslocare l'antro, forse farei davvero il colpaccio!
16/52 - Ghiaccio
L'ultima è il compitino della settimana e parla da sola.
15/52 -Vita da cani
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9 giugno 2011
Estate?
Va bene che astronomicamente parlando l'estate inizierà tra dieci giorni suppergiù, ma da che mi ricordo io, in questo periodo faceva sempre sole e caldo, tanto caldo.
Beata la saggezza popolare e i detti delle nonne, non ci sono più le mezze stagioni!
Vero è che c'è sempre un motivo per lamentarsi: se fa freddo è freddo polare, se fa caldo è estate torrida, se piove è un'alluvione. E c'è sempre un qualche record da battere, poco importa che lo si sia già battuto l'anno prima, si fa sempre riferimento a eventi del passato remoto.
Orsù, non lamentiamoci e prendiamo il tempo come viene: vi regalo come consolazione un po' di sole da giardino.
Beata la saggezza popolare e i detti delle nonne, non ci sono più le mezze stagioni!
Vero è che c'è sempre un motivo per lamentarsi: se fa freddo è freddo polare, se fa caldo è estate torrida, se piove è un'alluvione. E c'è sempre un qualche record da battere, poco importa che lo si sia già battuto l'anno prima, si fa sempre riferimento a eventi del passato remoto.
Orsù, non lamentiamoci e prendiamo il tempo come viene: vi regalo come consolazione un po' di sole da giardino.
14/52 - Sole tra le foglie
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6 giugno 2011
Piziavventura
Domenica pomeriggio a zonzo sui colli a bordo del carro solare di Apollo (leggi: scooter).
Il tempo non è dei migliori, siamo partiti col sole e un po' alla volta si è rannuvolato. Stavamo tornando verso casa, ma pur sempre persi in una strada nel nulla tra i boschi. Qui, non in città, non vicino a una qualsiasi parvenza di abitazione, restiamo con una gomma a terra.
Chiamo in soccorso l'OF che ovviamente non è a portata di mano. Mamy seppure più vicina non ha i mezzi per aiutarci.
Apollo mi lascia a bordo strada a fare la guardia al mezzo mentre lui si sarebbe diretto verso casa di un amico cowboy che avevamo da poco superato: "poco" su due ruote ad almeno 60 km orari, in discesa equivale a "molto" se a piedi e in salita.
Me ne sto a twittare nella speranza di un soccorso, sai mai che le nuove tecnologie funzionino davvero, quando si ferma un'auto: subito pensavo mi stessero prendendo per i fondelli dato che il guidatore é passato ridendo. Poi lo vedo fare marcia indietro: mi chiede se sono insieme al ragazzo che ha appena accompagnato da Nike, gaudio e tripudio, Apollo é arrivato dall'unico in zona che forse ci può aiutare!
I tre moschettieri, Apollo, Nike e Ciuchino arrivano armati di micro compressore: gomma gonfiata, ma un inquietante soffio esce dalla valvola. Sappiamo già per pregresse esperienze che ci toccherà farcela a piedi, elemosinando un accendisigari alle auto di passaggio per gonfiare la gomma di tanto in tanto.
Cominciamo la discesa, Apollo con lo scooter al traino, io con i caschi sottobraccio come Baby i cocomeri in Dirty Dancing. Dopo un tot sentiamo un clacson insolente dietro di noi e incredibile ma vero è l'OF che grazie il mio sos-gps ci ha raggiunti. Sento spuntare un moto di ammirazione per le nuove tecnologie. Una diagnosi veloce quanto drastica toglie ogni speranza di non farci tutta la strada a piedi.
Chiamiamo gli olimpici genitori perché vengano a recuperarci a valle e, gambe in spalla, proseguiamo la passeggiata.
Nel frattempo comincio a ricevere messaggi di supporto via Twitter e Faccialibro, seppur misera è stata una piacevole consolazione!
L'epilogo é presto detto: arriviamo al distributore con meccanico annesso, chiamiamo il titolare, depositiamo le chiavi del mezzo e torniamo a casa sani e salvi giusto prima della pioggia.
Recupero l'appuntamento fotografico settimanale, i compiti per casa li svolgo puntualmente ma non ho mai tempo di postarli: abbiate pietà di questa povera Pizia oberata dai vaticini!
Il tempo non è dei migliori, siamo partiti col sole e un po' alla volta si è rannuvolato. Stavamo tornando verso casa, ma pur sempre persi in una strada nel nulla tra i boschi. Qui, non in città, non vicino a una qualsiasi parvenza di abitazione, restiamo con una gomma a terra.
Chiamo in soccorso l'OF che ovviamente non è a portata di mano. Mamy seppure più vicina non ha i mezzi per aiutarci.
Apollo mi lascia a bordo strada a fare la guardia al mezzo mentre lui si sarebbe diretto verso casa di un amico cowboy che avevamo da poco superato: "poco" su due ruote ad almeno 60 km orari, in discesa equivale a "molto" se a piedi e in salita.
Me ne sto a twittare nella speranza di un soccorso, sai mai che le nuove tecnologie funzionino davvero, quando si ferma un'auto: subito pensavo mi stessero prendendo per i fondelli dato che il guidatore é passato ridendo. Poi lo vedo fare marcia indietro: mi chiede se sono insieme al ragazzo che ha appena accompagnato da Nike, gaudio e tripudio, Apollo é arrivato dall'unico in zona che forse ci può aiutare!
I tre moschettieri, Apollo, Nike e Ciuchino arrivano armati di micro compressore: gomma gonfiata, ma un inquietante soffio esce dalla valvola. Sappiamo già per pregresse esperienze che ci toccherà farcela a piedi, elemosinando un accendisigari alle auto di passaggio per gonfiare la gomma di tanto in tanto.
Cominciamo la discesa, Apollo con lo scooter al traino, io con i caschi sottobraccio come Baby i cocomeri in Dirty Dancing. Dopo un tot sentiamo un clacson insolente dietro di noi e incredibile ma vero è l'OF che grazie il mio sos-gps ci ha raggiunti. Sento spuntare un moto di ammirazione per le nuove tecnologie. Una diagnosi veloce quanto drastica toglie ogni speranza di non farci tutta la strada a piedi.
Chiamiamo gli olimpici genitori perché vengano a recuperarci a valle e, gambe in spalla, proseguiamo la passeggiata.
Nel frattempo comincio a ricevere messaggi di supporto via Twitter e Faccialibro, seppur misera è stata una piacevole consolazione!
L'epilogo é presto detto: arriviamo al distributore con meccanico annesso, chiamiamo il titolare, depositiamo le chiavi del mezzo e torniamo a casa sani e salvi giusto prima della pioggia.
Recupero l'appuntamento fotografico settimanale, i compiti per casa li svolgo puntualmente ma non ho mai tempo di postarli: abbiate pietà di questa povera Pizia oberata dai vaticini!
13/52 - Rosso rubino
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26 maggio 2011
Compiti per casa
L'alunna è assente per indisposizione ma si premura di far pervenire i compiti diligentemente svolti a casa.
Quello della scorsa settimana era già pronto ma non è stato possibile consegnarlo.
Si ringrazia della comprensione e si assicura che qui si sta lavorando (anche) per voi.
Quello della scorsa settimana era già pronto ma non è stato possibile consegnarlo.
Si ringrazia della comprensione e si assicura che qui si sta lavorando (anche) per voi.
11/52 - Tutti in fila
12/52 - Fiori d'acqua
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15 maggio 2011
Ciao, prof!
Avevo in mente tutt'altro post, e avevo pure iniziato a scriverlo, ma oggi ho buttato per caso l'occhio sui necrologi e ho visto che è mancata la mia prof di mate del liceo. Aveva la sua età già allora, ma mi dispiace lo stesso.
Era una donna che non passava certo inosservata: rotondetta, ma in modo grazioso, camminava appoggiandosi a un bastone, lo stesso che usava per indicare alla lavagna i concetti fondamentali, facendo fare al malcapitato di turno un salto così. La sua caratteristica più evidente, quella che l'ha resa famosa nella scuola ma anche fuori, erano i suoi cappelli: ne aveva uno per ogni occasione, tutti abbinati agli abiti che indossava. Grande eleganza incompresa in un liceo, dove noi studenti non capivamo un'acca di quello che è veramente lo Stile, ma comunque non certo sprecata visto che un segno, almeno nella sottoscritta, l'ha lasciato.
Con lei non abbiamo mai affrontato i Grandi Argomenti della Matematica, almeno a parole: lei chiamava tutto "minicosa". "Oggi facciamo una minicosa", diceva: e a furia di minicose si finiva il programma.
Al primo anno ci ha mandati in panico: diceva "gli esercizi sono da pagina x a pagina y" e noi a passare i pomeriggi a risolvere tre o quattro pagine di equazioni, fronte retro, con enormi difficoltà a svolgere anche gli altri compiti per casa. Un giorno ci siamo decisi a farglielo notare e lei è caduta dalle nuvole. Non pretendeva che facessimo *tutti* gli esercizi: lei si limitava a indicarci le pagine dove potevamo trovare quelli utili, poi stava a noi farne ad libitum finché non avessimo capito il meccanismo.
Mi dispiace non averla avuta fino all'ultimo anno, credo che con lei sarei riuscita a capire la fisica, che proprio non mi è mai andata giù.
Era sempre un piacere incrociarla in centro, perché si ricordava nome e cognome e si informava di cosa stessi studiando con reale interesse, non solo per cortesia.
È il mio mito, per tutte queste cose ma soprattutto per un altro fatto, accaduto al terzo anno: per me era un periodo che definire "difficile" è un eufemismo. Avevo smesso di studiare e alle interrogazioni lo dicevo spudoratamente: mia madre andava dai prof e tutti le dicevano che era tutto a posto, che il mio rendimento non era eccellente e che dovevo applicarmi di più, ma nessuno che le avesse fatto notare che mi presentavo completamente impreparata. Tranne Lei, nonostante le sue due ore a settimana, nonostante non avessi mai avuto l'occasione di fare scena muta. È grazie a lei che ho ricominciato a studiare e non gliel'ho mai detto.
Questo allora è il mio misero grazie a una grande donna: arrivederci professoressa Pozzato!
Era una donna che non passava certo inosservata: rotondetta, ma in modo grazioso, camminava appoggiandosi a un bastone, lo stesso che usava per indicare alla lavagna i concetti fondamentali, facendo fare al malcapitato di turno un salto così. La sua caratteristica più evidente, quella che l'ha resa famosa nella scuola ma anche fuori, erano i suoi cappelli: ne aveva uno per ogni occasione, tutti abbinati agli abiti che indossava. Grande eleganza incompresa in un liceo, dove noi studenti non capivamo un'acca di quello che è veramente lo Stile, ma comunque non certo sprecata visto che un segno, almeno nella sottoscritta, l'ha lasciato.
Con lei non abbiamo mai affrontato i Grandi Argomenti della Matematica, almeno a parole: lei chiamava tutto "minicosa". "Oggi facciamo una minicosa", diceva: e a furia di minicose si finiva il programma.
Al primo anno ci ha mandati in panico: diceva "gli esercizi sono da pagina x a pagina y" e noi a passare i pomeriggi a risolvere tre o quattro pagine di equazioni, fronte retro, con enormi difficoltà a svolgere anche gli altri compiti per casa. Un giorno ci siamo decisi a farglielo notare e lei è caduta dalle nuvole. Non pretendeva che facessimo *tutti* gli esercizi: lei si limitava a indicarci le pagine dove potevamo trovare quelli utili, poi stava a noi farne ad libitum finché non avessimo capito il meccanismo.
Mi dispiace non averla avuta fino all'ultimo anno, credo che con lei sarei riuscita a capire la fisica, che proprio non mi è mai andata giù.
Era sempre un piacere incrociarla in centro, perché si ricordava nome e cognome e si informava di cosa stessi studiando con reale interesse, non solo per cortesia.
È il mio mito, per tutte queste cose ma soprattutto per un altro fatto, accaduto al terzo anno: per me era un periodo che definire "difficile" è un eufemismo. Avevo smesso di studiare e alle interrogazioni lo dicevo spudoratamente: mia madre andava dai prof e tutti le dicevano che era tutto a posto, che il mio rendimento non era eccellente e che dovevo applicarmi di più, ma nessuno che le avesse fatto notare che mi presentavo completamente impreparata. Tranne Lei, nonostante le sue due ore a settimana, nonostante non avessi mai avuto l'occasione di fare scena muta. È grazie a lei che ho ricominciato a studiare e non gliel'ho mai detto.
Questo allora è il mio misero grazie a una grande donna: arrivederci professoressa Pozzato!
10/52 - Lo sai che i papaveri...
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22 aprile 2011
Fosforo!
Meno male che oggi ho aperto il blog, anziché come al solito leggerlo via feed: ho scoperto di avere un messaggio privato (wow che emozione!) in cui il buon Cesco si informava del mio 2/52. Convinta di averlo pubblicato, spulcio l'archivio e per sicurezza anche i feed, ma niente, sono saltata a piè pari al 3/52 - e dopo di questo il nulla.
Recupero le puntate precedenti con un'unica foto, rimandando i curiosi al mio blog, come da link.
Recupero le puntate precedenti con un'unica foto, rimandando i curiosi al mio blog, come da link.
7/52 - Io non cerco, trovo.
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25 marzo 2011
3/52 - Tequila bum-bum
Non sono così presa con le bombe da darmi all'alcol per trovare ispirazione - tra l'altro la tequila mi fa proprio schifo.
Il "bum-bum" si riferisce al tamponamento di stamattina. Me ne andavo per la mia strada verso Nostra Signora dei Mobili Svedesi, cantando a squarciagola "Come mai", quando, in mezzo a un rallentamento a singhiozzo, freno subito dopo essere ripartita per non cocciare contro la macchina che mi stava di fronte. I miei riflessi sono ottimi, ma non si può dire la stessa cosa di quelli della ragazza americana che era dietro di me. Automobili intatte, io un po' acciaccata per il colpo improvviso, ma per scrupolo chiamiamo la polizia militare, come da prassi. Dopo un'ora e passa sono finalmente libera...di andare in ospedale a fare i raggi. Per fortuna ho la richiesta "urgente" e mi evito la trafila del pronto soccorso. Per altrettanta fortuna ho una zia che lavora in ospedale e che mi ha fatto da Virgilio, altrimenti mi sarei persa nei cunicoli tra i reparti. E la stessa fortuna mi ha fatto trovare la sala d'attesa deserta, quindi ho paradossalmente impiegato meno tempo a farmi le radiografie complete di ticket e ritiro referto che a stendere la constatazione amichevole.
Incidenti a parte, ecco la foto numero 3:
Il "bum-bum" si riferisce al tamponamento di stamattina. Me ne andavo per la mia strada verso Nostra Signora dei Mobili Svedesi, cantando a squarciagola "Come mai", quando, in mezzo a un rallentamento a singhiozzo, freno subito dopo essere ripartita per non cocciare contro la macchina che mi stava di fronte. I miei riflessi sono ottimi, ma non si può dire la stessa cosa di quelli della ragazza americana che era dietro di me. Automobili intatte, io un po' acciaccata per il colpo improvviso, ma per scrupolo chiamiamo la polizia militare, come da prassi. Dopo un'ora e passa sono finalmente libera...di andare in ospedale a fare i raggi. Per fortuna ho la richiesta "urgente" e mi evito la trafila del pronto soccorso. Per altrettanta fortuna ho una zia che lavora in ospedale e che mi ha fatto da Virgilio, altrimenti mi sarei persa nei cunicoli tra i reparti. E la stessa fortuna mi ha fatto trovare la sala d'attesa deserta, quindi ho paradossalmente impiegato meno tempo a farmi le radiografie complete di ticket e ritiro referto che a stendere la constatazione amichevole.
Incidenti a parte, ecco la foto numero 3:
3/52 - Col cactus
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non ho fantasia e copio da me stessa,
project 52
10 marzo 2011
Project 52
Coinvolgo anche voi nella mia impresa in modo tale da avere il maggior numero di sostenitori possibile, perché la vedo dura: diserto le mie macchine fotografiche da troppo tempo e ho colto al volo la sfida personale di una collega blogger. Pubblicare una foto a settimana per un anno: ce la farò?
Foto scattata col cellulare, 3mpx, niente flash: non è il massimo, ma se avessi rimandato non avrei nemmeno cominciato.
1/52 - Tasti dolenti
Foto scattata col cellulare, 3mpx, niente flash: non è il massimo, ma se avessi rimandato non avrei nemmeno cominciato.
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...e poi pensavo alla relatività del tempo . a volte tutto scorre così velocemente , e altre invece sembri non passare mai . forse è come qu...