Signori, è ormai lampante, l'ultima manovra sta per colpire più di altri una categoria, martoriata da tagli e tasse. Chi? I pensionati? Noo. I lavoratori? Macché. E nemmeno i disoccupati e nemmeno chi ha un auto.
Ad essere colpiti più d'altri sono loro, i poveri politici. Attaccati già da un popolo che parla di casta, che li vorrebbe alla forca, isolati da un governo tecnico ora hanno una grossa magagna. Vogliono tagliare i loro stipendi? Sìsì avete capito bene, ho detto tagliare.
Ma loro non ci stanno, lo hanno detto. Il governo non può abbassare gli stipendi, non può farlo senza aver sentito il loro parere. Così difatti è stato fatto con noi italiani, pensate che l'altra settimana Monti mi chiama e mi fa "Paolo dobbiamo mandarti in pensione più tardi". Io sospirando ho detto "Se è per il bene dell'Italia, che si faccia".
Oggi vari politicastri spiegavano le varie voci dello stipendio. Ne seleziono una a caso. Quelli che poverini arrivano da lontano è giusto che abbiano il rimborso delle spese del viaggio. Sì, ma di solito le aziende danno il rimborso in base al biglietto, non danno un fisso che basta per viaggiare in Business class. Tra l'altro questo privilegio ce l'ha anche chi vive a Roma.
Quello che mi fa specie è che loro ci credono davvero, credono davvero che se tagliano loro lo stipendio faranno la fame. Già vedo il povero politico della situazione che dice alla moglie "Cara, lo champagne lo compri massimo una volta al mese, e invece del 60 pollici, compreremo una tv a 50." Poveri politici, così bistrattati.
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