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1 luglio 2011

Datemi una bambolina woodoo

Perché dovete sapere che questo blog lo uso anche come sfogo, come quando ti trovi con quella combriccola di amici fidati a cui puoi dire tutto, anche le parolacce. Perché nel mio non si sa mai, è direttamente collegato alla sottoscritta, invece a questo i miei soliti lettori ci arrivano per la circonvallazione e i non lettori ma conoscenti difficilmente giungono: non me ne vogliate, sono scelte strategiche.
E ora ho bisogno dei miei amici e della loro cattiveria. Perché ho un rospo che non va giù.
Come avrete appreso, o lo apprenderete ora, sono di fresco sposata, molto felicemente. Come è giusto che sia, il mio Apollo e io abbiamo avuto il nostro passato in separata sede: pace e bene, ora siamo solo Noi due.
Come altrettanto è giusto che sia, ognuno è più o meno geloso delle vecchie fiamme della propria metà e confesso che ce n'è una cui farei volentieri lo scalpo. Che per fortuna ha avuto la buona grazia di non presentarsi al Giorno.
Un'altra mi stava sulle scatole per principio: nemmeno l'avevo mai vista in faccia, ma era una mina vagante che ritenevo capacissima di mettersi in mezzo a Noi. Apollo minimizzava, ma io sono donna e certe cose le so per il mio senso in più. E poi diciamolo, non sta bene che una ragazza stia appiccicata al ragazzo di un'altra, chiamandolo anche a ore assurde in cui *per forza* i due sono insieme (leggi: sabato sera). Non mi si venga a dire che ha problemi/ha bisogno/povera stella. Non esiste proprio, c'è un galateo anche per questo.
Per amore si fa tutto o quasi, così mi sono sforzata di farmi passare questa idiosincrasia: sfumata in vapore proprio nel Giorno, quando mi sono trovata sotto casa un pulcino sperduto che mi chiedeva con grande imbarazzo se io fossi io e soprattutto dove fosse la chiesa. Era Quellallà che si era persa, scortata da un cavaliere di cui ricordo a mala pena i lineamenti: e io nella gloria del mio abito fantastiglioso ho sorriso, godendo e gongolando che al Suo fianco apollineo ci sarei stata io. Tiè.
Quando ci vuole, ci vuole (cit.).
Oggi, poco fa, mettevo in ordine il marasma che era ancora il salotto: valigie di qua, confetti di là, bomboniere via, vestiti a lavare, biglietti e regali tutti insieme per i ringraziamenti.
C'è pure il regalo di Quellallà, un soprammobile in vetro che tanto malvagio non è (io odio i soprammobili, quindi è un enorme apprezzamento), corredato di biglietto. Cotal biglietto era stato letto la sera del Giorno, ma l'emozione, la gente, ecc mi avevano chiuso gli occhi.
Perché mi era sfuggito un dettaglio.
Sotto la canzone che ci ha dedicato, c'era un messaggio conclusivo, due parole che avrei preferito non leggere. Due parole che più fuori luogo di così non avrebbero potuto essere. Peggio della telefonata a mezzanotte del sabato sera.

Con amore.

E io non dovrei farne una bambolina woodoo da riempire di spilli???

31 gennaio 2011

Piacere mio.

Io mi sopravvaluto un sacco. E' colpa delle recenti batoste. Mi hanno picchiata talmente tanto che ora i lividi saltano fuori senza un perchè. Evidentemente prima non trovavano spazio. E non credo di essere bella. Non credo di essere bella vestita di lividi. Devono avermi colpita anche in testa, perchè non è ancora del tutto apposto. Un giorno decisi di cercare una distrazione dalle ferite tetaniche del mio corpo. Non che pretendessi la loro rimarginazione, ma le cicatrici le avrei portate con orgoglio. E' il sangue che scorre che non mi va giù. E' dolce, di quelli che piacciono tanto alle zanzare. Che poi, in fondo, mi danno un'aria da donna vissuta, così cerco di perdermi in racconti pseudoveritieri, nei quali mi atteggio a miracolata, a donna forte dei film che supera il cancro. Il 93% delle donne ce la fa. Poi, il 7% prende il sopravvento e se ci pensi sono sette su cento e non è mica poco. Io e le mie sei compagne di viaggio ci dimeniamo per dimenticare da cosa siamo afflitte. Sono simpatiche, nonostante la mia misantropia bukowskiana. E ci sto bene con la gente, finchè non mi si rinfacciano i miei difetti. Che saranno pure tanti, ma non sono così gravi, credo. Io do peso alle parole che scrivo, non a quelle che dico. Sarò pure strana, ma fa parte del pacchetto e nessuna legge a favore del consumatore ti legittima ad azioni recuperatorie. Semmai dovrebbero permetterla a me. Io mi rivoglio indietro. Chiamiamola ripetizione di indebito. Chiamiamola in termini giuridici che, si sa, quelli sono un sacco oggettivi, soprattutto se sai come usarli. Quanto è denigrante saper confondere la gente con le parole, per poi essere presa in giro dalle stesse usate da qualcun'altro. E' che uno crede che ci sia bisogno di un titolo per poter fare le cose. Ci sono talenti naturali sparsi ovunque.
E tu quanto sei bravo a fare il mio mestiere?

25 dicembre 2010

Racconto di un Natale Incredibile...



- Non mi crederebbe nessuno!!!!- diceva cosi' il povero Cosimo con le mani tra i capelli.

- Ma cosa???? E' possibile che stamane il tuo volto e' talmente sconcertato che sembra che hai visto un morto!?!

- No! E' impossibile!!! Sembrava cosi' reale, ma so che e' impossibile!

- Eppure ieri non eri cosi' a pezzi. Cioe', eri a pezzi, ma in senso alcolico. Ieri abbiamo un po' esagerato!!!- cosi' Walter cercava di far sfogare l'amico, che a dirla bene, non aveva una bella cera.

- Ti giuro che l'ho visto! E che era proprio lui!!! - sussurrava dopo un attimo di silenzio, con lo sguardo perso nel vuoto.

- Ma chi??? Dannazione, vuoi parlare? O vuoi rovinarti il giorno di Natale? Sfogandoti forse ti sentirai meglio.

- No, sono ancora un po' scosso....ma raccondandoti quello che e' successo....forse....c'e' la possibilita' che tu mi prenda per pazzo!

- Non c'e' pericolo, per me gia' ci sei!

- Ah allora, non ho nulla da perdere...- accennava un sorriso, e schiarendosi la voce, comincio' a raccontare la sua storia...
-...Era ormai notte fonda quando sono tornato a casa. Ho avuto appena il tempo di mettermi comodo e di coricarcarmi. Stavo dormendo quando ho cominciato a sentire rumori per casa. Ho aperto gli occhi per controllare se stessi sognando, ma i rumori, anche se molto flebili, contunuavano. In un primo momento, ho pensato venissero dalla casa dei vicini, invece no, venivano proprio dal salotto....

- Hai trovato i ladri? La notte di Natale, per giunta? - interruppe Walter

- Affatto! Fammmi finire....

- Continua continua....

- Stavo dicendo......i rumori venivano proprio dal salotto, dal mio salotto. In quel momento con un candelabro in finto argento in mano, il primo oggetto contundente che ho trovato, ho cominciato a percorrere il corridoio per arrivare in salotto.
Vedevo gia' la sua ombra, era solo, e per un attimo forse avevo una speranza di non farmi portar via quei pochi oggetti di valori che possedevo.
Ogni passo che facevo, nel buio riuscivo a vedere meglio la sua figura. Era alto e robusto, molto robusto. Quando sono arrivato in salotto, la sua figura era definita, ma i miei occhi spalncati non riuscivano a credere a quallo che stavo vedendo.
Con un colpo di tosse mi annunziai, in quel momento girandosi, capi' che le sue intenzioni non erano violente, anche perche' al posto di prendere i regali che stavano sotto il mio modesto albero, li stava aggiungendo! In un attimo ero sbiancato, e lui con un sorriso mi disse, che anche se non ci credevo, quest'anno era riuscito a passare, e aveva pensato bene di lasciare anche qualche regalo in arretrato.....

-.....aspetta, tu mi vuoi far credere di aver visto Babbo Natale? Ahahhahahahaha, l'alcool ieri ti ha dato alla testa? ahahahhahaha

- Ora capisci perche sono sconvolto, anche io in un primo momento, mettendomi a letto, ho pensato che forse erano state allucinazioni.....Ma stamane appena sveglio, ho trovato pacchi regalo, che fino a ieri non c'erano.....sembra incredibile......

- E' incredibile!!! diceva Walter, che ora non sorrideva piu'

- ....c'e' anche un regalo per te, che mi ha lasciato, con un biglietto sopra. - disse Cosimo consegnandogli un pacco grande quanto una scatola di scarpe
Walter apri' il regalo impaziente di vedere cosa era. Una macchina radiocomandata. Anche la sua faccia sbianco', l'aveva desiderata quando era ancora piccolo, ma nessuno gliela aveva ragalata. Apri' il biglietto e riconobbe la letterina che mando' quindici anni fa.....era incredibile non gli avrebbero mai creduti....

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