(ho passato due giorni in una sorta di stato che definirlo meditazione è riduttivo. ho pensato un po' per me stesso e a me stesso. e ne uscito fuori questo pezzo che, credetemi o no, con vasco c'entra poco e niente.)

c'era una volta vasco.
il grande vasco. non quello di oggi pieno di spot e riportini e luoghi comuni e "te, me, se, eh".
c'era il vasco che non aveva un cazzo di estensione ma come cantava lui non cantava nessuno.
c'era il vasco di tante belle canzoni, canzoni vere, canzoni che a volte sì, sapevano di ago in vena, ché l'eroina l'hanno provata in molti nel rock e lui ci ha perso pure un amico per quella merda.
c'era il vasco graffiante, il vasco che era un anti status symbol, il vasco che se tu ascoltavi vasco eri rock.
poi vasco è andato a puttane. probabilmente ci sarà stato anche prima,vabbè.
beh, dal momento in cui ha cominciato a starnazzare sui luoghi comuni, discograficamente parlando, non ha avuto più timpani per me, anche se da buon fan un paio di peccatucci li ho fatti.
ma ora vi voglio parlare di una canzone del vasco "buono".
vi parlo di "vivere", ché la vita non lo so come va, ché ho ventitrè, ventitrè dico ventitrè anni e sono ancora troppo pochi per raccontarli, e quando nascevo io appena cinque o sei anni dopo sarebbe arrivata quella canzone. ma la apprezzai in seguito, ché io, per fortuna o per mia sfortuna, guardo indietro, nel passato. in particolare quello che faccio, oggi, è soffermarmi su una frase: "oggi non ho tempo, oggi voglio stare spento", per introdurvi un paio di concettini.