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22 marzo 2011

Ecc...ecc...ecciù!

Siamo nel ventunesimo secolo. Abbiamo sconfitto il vaiolo e la peste. Abbiamo vaccini contro l'epatite e il morbillo. Interventi delicatissimi vengono svolti da robot. Eppure ancora non esiste una cura per il malanno più fastidioso del mondo: il raffreddore.
Che mi chiedo come diavolo sia possibile che una scemata del genere possa essere solamente alleviata da palliativi. Non stiamo mica parlando di un virus super-resistente, ma di due bacilli che dovrebbero andarsene nel giro di uno starnuto. Dovrebbero.
Fosse almeno una cosa seria, ti rassegni. Invece è una cavolata che ti mette a terra e non ti autorizza a lamentarti: "suvvia, è solo un raffreddore!".
Il termometro non si muove dai 36,5° ma ti senti uno straccio peggio che se avessi 40 di febbre. Ogni singola giuntura ti fa male. La testa rimbomba come un palasport vuoto. Non riesci a tenere gli occhi aperti perché anche la luce più debole te li fa lacrimare. E il naso...somma disgrazia e degno coronamento di cotal disastro. Vai da un estremo all'altro, o fai fuori la scorta di clinecs finendovi sommerso come il tizio della pubblicità, o ti ritrovi con una narice secca come il Sahara e l'altra in depressurizzazione (che è un fenomeno che non ho mai capito). E in entrambi i casi parli come se avessi una patata lessa in bocca.
Alla mattina ti svegli in coma, perché hai passato la notte a tossire anche l'anima. Almeno non sei stato costretto a soffiarti il naso ogni tre per due: altro grande mistero del raffreddore, di notte il naso non cola.
Preso dalla disperazione le provi tutte: vai in overdose di vitamine, ti fai venire i crampi alle braccia da quante arance hai spremuto, comperando in un colpo solo l'intero furgone delle "Tarocco di Sicilia origginali", ti sciroppi gli intrugli più imbevibili (complimenti alle case farmaceutiche, che riescono a trovare i gusti più assurdi: pesca-menta, caramello bruciato extra dolce, latte-liquirizia), mandi giù pastiglie come fossero pop-corn e alla disperata ti fai di spray per il naso che se ti fermano per strada rischi di finire indagato epr abuso di sostanze stupefacenti.
Dopo tre giorni così, se vai a donare il sangue puoi star sicuro che guarirai ogni malattia che il ricevente avrà in corpo, ma il tuo raffreddore è ancora lì.
Che tu ti imbottisca di farmaci o che non faccia assolutamente niente è la stessa cosa: allora, per favore, autorizzateci a chiuderci in casa per tre giorni, sotto le coperte al buio, in compagnia di clinecs, minestrina e thé caldo. E non dite più "è solo un raffreddore".

28 febbraio 2011

Piovuta dal cielo

Avrei dovuto immaginarlo che non era normale. Avrei dovuto sentire la puzza di bruciato appena messo piede qui dentro. Ma sono una sognatrice, un'inguaribile romantica, e all'idea di poter collaborare con una delle maggiori agenzie di comunicazione della mia città non ho fatto caso alle note stonate.
Porto il curriculum e il titolare vuole conoscermi così su due piedi: mi affida "come prova" un lavoro che mi porta via un intero fine settimana perché gli serve in tempi rapidissimi.
Mi chiama poi per un lavoro di naming, promettendomi che se la cosa andrà in porto mi farà un contratto a progetto. Inizio così a frequentare abitualmente lo studio.
Accanto a questo lavoro, me ne affida altri. Scopre che non so solo scrivere, ma che uso anche i programmi di computer grafica, così mi affida anche altri mini-progetti.
Un bel giorno mi prende in parte e mi dice che al momento l'agenzia non ha liquidità e che non può pagarmi, ma che se ho pazienza un mese poi sarò inquadrata: perché credono in me, perché vogliono sfruttare le mie capacità e potenziare le mie conoscenze. Io accetto: non solo perché tanto non ho di meglio da fare, ma anche perché in fondo credo in quest'avventura.

I primi sospetti che qualcosa non quadri arrivano alla spicciolata.
Il capo è abilissimo a rivoltare le frittate, condendole con retorica da cabaret così raffinata e roboante da stordire l'interlocutore.
Le promesse sono sempre di più, come i soldi che ci sto rimettendo in benzina, e più il tempo passa più le promesse vengono rimesse in gioco con puntate sempre più alte. Ma il piatto piange.
Dovrei essere nera per questi dettagli che tanto piccoli non sono, ma in realtà li accetto con rassegnazione. Il ridicolo è che sono incazzata per quello che sento come la presa per i fondelli assoluta.
Al colloquio, mi chiede cosa stessi leggendo: "Persi in un buon libro", di Jasper Fforde, rispondo. Lui ammicca, per la serie "sì lo conosco non devi spiegarmi chi è".
Dopo qualche tempo, lui si vanta di non leggere un romanzo da anni - perché poverino si affeziona così tanto ai protagonisti che arrivato alla fine gli sembra di perdere degli amici e ci sta tanto male.
Toccatemi tutto, ma non i miei libri. La mia stima su una persona si basa anche su quello che legge: non sono così spocchiosa da non rivolgere la parola a chi non ha mai aperto un libro in vita sua ma se mi dici che ti piace leggere ti aggiudichi dieci punti in più. Se conosci Fforde, di punti ne guadagni cento.Se millanti letture che non fai, nella mia classifica scenderai in caduta libera fino all'ultimo girone degli inferi, senza rete di sicurezza, senza paracadute.

Sì, caro, ti sono capitata su un vassoio d'argento nel momento del bisogno. Sì, ti sembro ricattabile perché non ho alternative. Sì, ti sembro ingenua e per questo ti senti forte.
Ma non hai capito che *ti vedo*: vedo la tua piccolezza nascosta dall'aria fritta di cui ti circondi, vedo i tuoi difetti, vedo i tuoi punti deboli. Vedo che vivi delle vecchie glorie ma che per questo sei rimasto fermo a dieci anni fa, mentre i tuoi concorrenti girano con l'i-pad. Vedo che non sei tu a poter ricattare me, ma il contrario: perché senza di te non perdo nulla, ma io, qui da te, non sono sostituibile. Quella è la porta e nulla mi trattiene.
Come diceva Dennis Hopper in Speed, che cosa fai? Tu, che cosa fai?!?

10 febbraio 2011

Unita' d'Italia.....il 17 e i 150.

Per i 150 anni dell'Unificazione d'Italia, il giorno 17 marzo era stata indetta una giornata di festa. "Era", ebbene si, perche' in quel giorno il presidente della Confcommercio Emma Mercegaglia, ha proposto di non perdere preziose ore di lavoro. Proposta logicamente accettata. I lavoratori ricorderanno si l'Unificazione ma dietro il loro bel posto di lavoro, come una giornata normale.
Rimanevano gli studenti, che in tale data, restavano a casa per la celebrazione dei 150 anni dell'Italia Unita. Stamane il Ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini ha deciso che le scuole rimarranno aperte e i festeggiamenti saranno fatti in classe. Yu-uh!
Ora mi chiedo ma giorno 17 anche i politici andranno in Camera o in Senato a discutere di qualche Decreto? Lavoreranno,per quel poco che fanno, anche loro? Saremo uniti almeno in questo?
La risposta la conosciamo tutti..."[...]senza che ciò comporti la perdita di preziose ore di lavoro[...]"

(''[...]Sarà comunque il Consiglio dei ministri a decidere collegialmente come meglio valorizzare questo anniversario[...]'')
Mah!

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