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26 settembre 2011

Italiani: popolo di santi, poeti, artisti e navigatori

...più che poeti, direi scrittori in senso lato. Che sia carta stampata o virtuale, tutti hanno uno scritto nel cassetto. Molte di queste opere resteranno dove sono, nel mondo dei sogni, pur avendo le doti per una concretezza degna del nome di "libro". Molte altre, oserei dire purtroppo, vedono la luce/le stampe.
Delle case editrici non ci si può fidare: loro devono *vendere*, amen e così sia. Se vanno di moda i vampiri (a proposito, finirà prima o poi 'sta moda?), via a riempire gli scaffali con tutta la fuffa possibile sui succhiasangue - e chissene se di sangue non ce n'è nemmeno l'ombra.
Vendere a tutti i costi: ecco le fascette che millantano il caso editoriale dell'anno (pubblicato ieri), titoli che sembrano identici (la nuova parola magica è "segreto/a", fate la prova passando davanti a una libreria), autori prodigio appena usciti dalla scuola elementare.
Da qualche parte si deve per forza tagliare e ho il sospetto che lo si faccia sull'editing: ho letto cose che voi umani... Se acquistate un lettore mp3 difettoso, ve lo cambiano, ma un romanzo pieno di errori ve lo dovete tenere: bravi furbi!
Poi senti parlare di editoria a pagamento: ti pubblicano il libro a patto che tu versi un contributo/acquisti un certo numero di copie. Pensi, è un lavoro già pagato, quindi potrebbe avere un suo valore. Col kispios. Ho letto cose...al cui confronto la mia lista della spesa è un capolavoro.

Se ci troviamo le librerie piene di fuffa, la colpa è di una categoria soltanto: non la scuola, che non insegna più (se mai l'ha fatto) a essere critici, non le case editrici, non le mode. La colpa è degli scrittori.
Ci sono quelli che "mi pubblica la NotaCasaEditrice, quindi il mio romanzo è buono, non puoi criticarlo".
Ci sono quelli che "ho studiato economia/informatica/fisica nucleare ma ho sempre sognato di fare lo scrittore e ci sono riuscito": un consiglio, evitateli come la peste a meno che non abbiate prove concrete che ne valga la pena.
Ci sono quelli che "il mio romanzo ha passato la fase di editing" - quella del correttore automatico di word, forse.
Ci sono quelli che "il mio romanzo è piaciuto": sì, a tuo cugino o al tuo migliore amico, che non ti diranno mai che è una ciofeca.
Ci sono quelli che "il mio romanzo ha vinto un premio": i regalissimi edizione 2010 forse.
Ci sono quelli che si atteggiano a grandi autori, ma non sanno la differenza tra mostrare e raccontare, o per i quali POV è l'onomatopea di un pugno di Batman.

Come diceva un vecchio spot, se li conosci li eviti.

3 commenti:

  1. Ma non è colpa degli scrittori.

    La colpa è della gente che è sempre più stupida e degli editori che guadagnano con la gente stupida. E' un circolo vizioso... inutile combatterlo. Si accartoccerà su stesso un giorno.... spero :D

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  2. ci sono poi quelli che sono Fabio Volo e lì proprio mi incazzerei...

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  3. Ma quello che succede per la lettura, succede anche nella musica: nella letteratura ora c'è la moda di vampiri, come prima c'era la moda di codici da vinci vari. Nella musica da 2 anni va di moda fare pezzi banali dance pop, uguali tra loro, ogni volta che scrivo la classifica musicale, metà delle novità sono uguali, sempre le stesse.

    Penso che pure nel cinema ci sia il fenomeno delle mode.

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