"che senso ha poggiare la testa sulla spalla di una sconosciuta?"
"e perché mi trovo in un autobus e ho lasciato la macchina a casa? non ricordo francavilla avesse un carcere ma fa nulla". l'importante è che mi senta bene, e questa tizia, di cui non so il nome, ma che non è la prima volta che vedo in vita mia mi infonde sicurezza. credo che abbia uno o due anni meno di me, o forse la mia età. E' castana scura, viso pulito, non anoressica, non grassa. ma "non so come ti chiami, e tu mi stai accarezzando i capelli".
"chiara emanuela lisa eleonora..."
"per me, per semplicità sarai chiara".
e così chiara aveva un nome, bel nome, ma lei era castano scura, l'ironia della sorte eh? cmq lei stava sull'autobus, e non sa come ma ha sentito l'istinto di accarezzarmi, e io di appoggiarmi a lei.
"come mai sei qui?" fa lei.
"viaggio, volevo stare un po' lontano da casa"
"15 km non sono tantissimi"
"si, ma stasera torno"
scendo due fermate dopo la mia, al capolinea, così si fanno le dieci meno venti e lei doveva andare al mare e io no non sapevo cosa fare, stavo lì per riflettere quando lei mi prende e mi bacia.
brivido. "ma chi cazzo è questa qui?" penso. non importa. si stava bene. e si parla per tutta la mattinata, mandando tecnicamente il mare a puttane (ma chissenefrega) del più e del meno, di come ci ha girato la ruota della vita fino a 22 anni per lei (sì, ha un anno meno di me) e fino a 23 per me. e poi, poi si decide di rivedersi, uh, il suo numero, uh, me lo sono segnato, uh, un attimo che le do il mio, uh, non riesco a parlare, uh, te lo segno. felice.
[i had a dream.
non è il discorso rivolto ad un popolo contro uno stato razzista, anche se anche quello farebbe il suo effetto.
io non ho sogni. io ho fatto un sogno. che non era un sogno ma era un viaggio. questo qui, che vi ho appena raccontato, e che, sinceramente, mi ha lasciato un po' "così". chi è chiara? dov'è? che vuole da me? non so...]
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