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30 novembre 2010

agrodolce/17 (molto agro, poco dolce, stavolta. e comunque, diverso.)



se n'è andato mario monicelli. se n'è andato leslie nilsen. un pezzo (anzi due) della comicità che mi ha accompagnato in questi anni è svanito nel giro di 24 ore (o giù di lì). è sparito. e altre persone invece, che "meritavano" di più di andarsene sono ancora qui.

[mi incupisce alquanto pensare ai diversi modi in cui si possa affrontare, o non affrontare, la malattia. il non saperla affrontare o il non riuscire ad affrontarla, è sofferenza, anche quella, giusto per rispondere ai tanti moralisti che avranno fatto una smorfia di disgusto quando hanno scoperto che il primo dei due, se n'è voluto andare prima che se ne occupasse quello che rimaneva della sua vita.]

29 novembre 2010

eternal sunshine of the spotless mind (ovvero: no, non ve lo dico nel titolo come lo hanno tradotto in italiano, ché me ne vergogno)



"eternal sunshine of the spotless mind". un titolo inglese "serioso" per un film tutt'altro che noioso.
"se mi lasci ti cancello". un titolo italiano "stupido" per un film che stupido non è.
jim carrey. un attore che sa essere sia stupido sia serioso, ma mai noioso.
kate winslet. una donna che se ve la ricordate solo per titanic, per favore, andate a fare un giro. non starò qui a raccontarvi la trama del film, non mi vanno spoilerate a destra e a manca, ma vi dirò solo che, se non l'avete visto, se siete tipi "emotivi", se un po' siete teneroni ma, no, 3 metri sopra il cielo non è contemplato nella vostra biblioteca, allora ve lo consiglio. davvero. non ve ne pentirete.

[ne parlavo in via flash, ma in un'altra occasione, in una nota, qui, se volete spulciate.]

28 novembre 2010

ermUtismo.


potrei chiamare così l'infinità di parole che sono racchiuse in un solo gesto. e proprio perché è tale la potenza di questo neologismo, non ne spendo altre, di parole.

27 novembre 2010

Beginning



Era malinconico, senza saperne il motivo, era una sensazione che non aveva mai provato prima. Eppure aveva tutto, tutto quello che un uomo, nel suo piccolo, potesse desiderare. Ma gli mancava qualcosa, qualcosa che per lui era veramente importante, se solo fosse riuscito a capire cosa.
Molti ritenevano la sua vita invidiabile, non per quello che faceva, ma per come ci riusciva. Il suo modo gentile e leale gli aveva procurato numerosi amici e pochi nemici. Cosa che per il suo lavoro era indispensabile.
Aveva un lavoro, e questo non era cosa da poco, dato che molti della sua eta' ne cercavano da anni uno. Non solo aveva un lavoro, ma anche molti soldi. Non era nato ricco, anzi. Aveva cominciato dal basso, lavorando anche 12 ore al giorno, e poi pian piano la fortuna gli aveva sorriso. Oggi non solo guadagnava una cospicua somma, ma faceva lavorare circa 400 famiglie. Nonostante tutto, non era felice...gli mancava qualcosa che desse un senso a tutto...qualcosa per cui la notte non dormiva piu'.
Nel suo attico, tutto aveva perso valore, non monetario, ma affettivo . Sembrava come se niente di tutto quello circostante fosse suo. Non solo, oltre alle cose a cui rinuncio' facilmente, anche il lavoro sembrava non appartenergli piu'. Erano mesi che il suo ufficio era vuoto, e nell'ombra di un computer mandava avanti quel che poteva. Lo faceva solo per le famiglie che manteneva, doveva farlo. Lo stretto necessario sarebbe bastato...lasciandosi
del tempo per riflettere.
Riflettere...[to be continued...]

agrodolce/16

non ce la faccio più a vedere dannate catene di sant'antonio. e se non condividete questo post morirete.

impara l'arte e mettila da parte.

da piccolo volevo fare il benzinaio. essenzialmente perché mi piaceva il tremendo odore di quella miscela di piombo e varie ed eventuali, ma anche perché "la benzina viene dal petrolio e il benzinaio è mio allora le pompe di benzina sono mie e anche la benzina che c'è dentro" e dato che la benzina costa...compris?

25 novembre 2010

agrodolce/15

odio essere lunatico. preferirei un altro satellite. tipo tebe.

24 novembre 2010

ventisei minuti ventisei.



ho 26 minuti ventisei per scrivere prima che la batteria del portatile mi pianti in asso. e così pensavo di scrivere un pezzo in cui si parli del poco tempo a disposizione che uno ha quando deve fare qualcosa. tipo quando hai bisogno di batteria e non hai alimentazione per il portatile. se potessi, gli compreresti un omogeneizzato, ma lo stomaco, no, non ce l'ha. e così, mi trovo a parlare dello "sfasamento", passatemi il termine, che avviene ogni volta in cui all'improvviso passi "sinusoidalmente" dall'avere pochi istanti da dedicare a te stesso all'avere troppo tempo da dedicarti. io, comunque, non voglio dedicarmi troppo tempo, non mi voglio frequentare, non sono il mio tipo. dicevamo? e nel frattempo mi squilla il cellulare...sì?...sì, l'ho fatto, tranquillo, sì, sì, ci vediamo tra poco ciao. ecco ci si mette un imprevisto. non so come dirlo ma ciao.

23 novembre 2010

agrodolce/14

certe cose sono fastidiose come un cane che ti abbaia quando passi, ogni giorno, davanti al suo cancello.

22 novembre 2010

agrodolce/13

se è vero, come qualcuno dice, che esiste un colore dell'anima, alcuni ce l'hanno marrone.

21 novembre 2010

the show must go on.

qualcuno mi faceva riflettere l'altro giorno, dicendo che sarebbe stata un'ipocrisia cancellare i ricordi.
in effetti è una cazzata, farlo, bella e buona.
in effetti il ricordo è qualcosa che non c'è più.
in effetti, il ricordo è qualcosa che non c'è più, che c'è stato, che ti ha fatto crescere.
in effetti, il ricordo è qualcosa che non c'è più, che c'è stato, che ti ha fatto crescere, che ti ha colpito ma che ora è svanito ed è giusto così.
d'altra parte brian, quando scriveva all'inizio per freddie "the show must go on" voleva pure dire qualcosa...o no?




20 novembre 2010

tipo.




"hai presente?...tipo una droga.

...tipo una musica che non riesci a toglierti dalla mente.

...tipo un'idea geniale, tipo un brivido.

...tipo un giramento di testa.

...tipo il pogo in mezzo alla folla.

...tipo un paio di quintalate di mattoni addosso.

...tipo che hanno acceso il fuoco sotto la sedia.

...tipo che tu pensavi che non sarebbe successo più.

...tipo un pezzo della tua band preferita.

...tipo l'albero di natale fatto in tempo.

...tipo il giorno del tuo compleanno.

...tipo un renoir, visto da dentro, però.

...tipo tante cose.

...tipo l'altro giorno che ridevo in maniera un po' stupida."

"eh, tipo."

agrodolce/12

la mattina, quando vado in università, ho sempre addosso un terribile stato di sonnolenza, cosa che mi abbacchia un po'. guardo, invece le facce degli altri e li vedo sorridenti. secondo me sono paresi.

19 novembre 2010

decisioni. (da domani...)



ho deciso: da domani cambio registro. sono arrivato all'ultima pagina del foglio presenze.

ho deciso: da domani nuova vita. ne sarà contento il mio chirurgo estetico.

ho deciso: da domani cambio radicale. meglio pannella o la bonino?

ho deciso: da domani, causa crisi, mi do alla macchia. lavorerò per la henkel.

ho deciso: da domani, qui, obbligo di svolta. reggimi il cartello stradale, please.

ho deciso: da domani più incisivo. mi faccio incapsulare un dente.

ho deciso: da domani si cambia musica. nel frattempo, beccatevi questo.



18 novembre 2010

agrodolce/11 (la metamorfosi)

chissà che stress, quando gregor quella mattina si ritrovò scarafaggio e realizzò che avrebbe dovuto mangiare merda per sempre.

17 novembre 2010

capita. capìta?



capita di dover sbagliare. capita di dover dire "se avessi potuto, avrei fatto".
capita di dover pensare che "questo" e "quello" potevano essere "oggi" e "domani" e invece non sono una cippa.
capita di dover sorridere, e ridere, quando da ridere non c'è un cazzo, ma va bene, cavolo se va bene.
capita, poi, se non ridi abbastanza, di convincerti che, cavolo, sei come un pezzo di nick cave: profondo, ok, non scontato, ok, ma a tratti pesantuccio, e quindi finisce che poi, massì, ridi comunque.
capita poi che ti fissi su di un punto "seduto in quel caffè" (e non stavi pensando ad una canzone di battisti) e poi ti si incrociano gli occhi e quando arriva la "ragazza del caffè" ritorni nel tuo mondo (che, poi, vorrei sapere qual è il mio mondo, se quello degli occhi incrociati o quello "reale").
capita che poi delle volte ti sembra di essere nel mondo reale ma poi ti accorgi che hai aperto gli occhi e sono ancora le quattro e mezzo del mattino e allora li richiudi, sospiri e "buonanotte, ci vediamo tra qualche ora".
infine, capita di dire che le cose, tutto sommato è così, vanno "alti e bassi", anzi "bassi e alti", tipo funzione sinusoidale, e se prima capisci che hai toccato il fondo ora si risale e poi "wuuuuu! giù in picchiata! senza mani!" e poi di nuovo in alto (sperando di non avere problemi di stomaco).

(capita anche di capire che, per quello che capita, la vita va capìta per quello che è, e poi, quando lo capisci, scatta in sottofondo una sonora risata e, massì, dal disco di nick cave che eri diventato, torni ad essere una persona un po' meno sulle tue.)

[se avete voglia, passate qui, è un blog che ho scoperto da poco e, a discapito del nome, non è patologico, anzi. ah un'altra cosa: sì, me gusta, e spero anche a voi.]

16 novembre 2010

il silenzio.



(nella foto, un gatto disturbato dal rumore.)

il silenzio non esiste.
il silenzio, meglio, il silenzio assoluto non esiste.
esiste la tranquillità, il rumore di sottofondo, ma non il silenzio. ne volete una prova?
entrate in una stanza, una stanza "silenziosa", un qualsiasi posto purché lo reputiate tranquillo. ora concentratevi e cercate di scovare i rumori. io stesso sono in una stanza che verrebbe definita silenziosa, ma sento il rumore dei tasti che si abbassano mentre scrivo, mio zio che parla (urla, la sua voce è a +40db rispetto alle altre), i rumori esterni, e tutti quei rumori di sottofondo che provengono dagli abitanti della casa. ciò, oltre a dimostrare la validità della mia teoria (so che c'è chi ne fa solo una questione linguistica, ma io, purtroppo, no) conferma pure quella "roba" di cui parlava aristotele (e non un vippettino di uomini e donne), e cioè che l'uomo è un animale sociale. questo, credetemi, anche se ad alcuni risulterà difficile, è un bene.

agrodolce/10

mi capita della volte di non fregarmene un cazzo di un discorso, ma in quel momento non posso dirlo e, un po', muoio dentro (non spesso, giusto per rassicurare i miei amici eh, e per demoralizzare i miei nemici eh).

15 novembre 2010

agrodolce/9


l'altro giorno ho fatto un esperimento di scrittura inconscia. praticamente funziona così: prendi un foglio e cominci a disegnare, o scrivere secondo il moto naturale della mano. dimenticavo, ovviamente devi prendere una penna o il tuo sangue, per scrivere. al termine dovresti vedere delle figure che il tuo cervello ti suggerisce, o degli scritti. sarà, ma in 3/3 casi ho visto solo mosche.

14 novembre 2010

agrodolce/8

tutto è relativo. prendi, per esempio, uno stercorario.

13 novembre 2010

segreti.



"sai mantenere un segreto?"
"un segreto?"
"sì."
"tipo?"
"un segreto, una cosa che non dovresti dire a nessuno."
"allora, se me lo dici non è più un segreto."
"vabbè. comunque è qualcosa che pesa dentro."
"è un rimorso allora?"
"no. è qualcosa che vorrei dire, di mio, ma non posso."
"e perché mai non potresti?"
"perché è qualcosa che potrebbe sconvolgerti."
"niente di più sconvolgente degli ultimi mesi."
"beh, in effetti, hai ragione. gli ultimi mesi sono stati abbastanza pesanti. un sacco di rivelazioni, che manco wikileaks."
"adesso non esageriamo, non sono il pentagono o la CIA."
"no, più che il pentagono sei una sfera. anzi una palla. che unita a quelle che mi fai ne sono 3."
"la solita minestra eh, sempre cordiale tu, quando mi confido?"
"dai avanti. spara."
"beh, sono il figlio segreto di elvis".
"ah."

(ecco, ultima castroneria a parte, funziona così, dentro di te, quando vorresti dire qualcosa e non puoi, e la "schizofrenia" prende il sopravvento: il tuo "io razionale" vs il tuo "io animale", istintivo. l'uno contro l'altro. e alla fine chi vince? ah, non lo so.)

12 novembre 2010

agrodolce/7

certe cose sono come una sfera. avete presente una sfera? "puoi girarla e rigirarla, ma sempre quella è."

agrodolce/6

avrei vlt scrvr qlks tt un po' kosì, avrei vlt drv ke vvukdb, ke c sn persone ke sn nel my ,ma non l'ho fatto perché mi fa venire il ribrezzo, dirlo in questo modo.

11 novembre 2010

Ebay tempi...



Le compravendite sono una cosa strana. A volte può essere semplice, come che ne so, andare a comprare il latte. Tu dai i soldi e chi sta dall'altra parte, ti consegna la merce. A volte può essere molto più complicato. Che spesso le complicazioni nascono perché uno delle due parti o non e' sicuro di vendere o non e' sicuro di comprare.
Ed e' in questi casi che nascono o l'imbrogli o i tipi più strani di baratto. Mi ricordo di un amico che per poco non compro' qualcosa di inesistente, un oggetto che pagavi una parte, poi veniva mandato, e poi saldavi la restante parte. Inutile dire che la merce non sarebbe mai arrivata. Lo stesso amico mi sconsiglio' di acquistare un oggetto nelle stessa maniera, evitandomi una bella truffa.
Si perché la volontà di fare l'affare ti fa dimenticare tutte le normali procedure, diventando la preda adatta del truffatore.
L'affare e' diverso, e spesso si basa sul baratto. Quando ti scocci di una cosa e la cedi volentieri per averne qualcun' altra. Senza accontentarti. Come di quella volta che mi ritrovai in casa una mini moto al posto di un portatile stra-usato e di vecchia generazione...

Quando qualcuno puo' ritenersi intelligente?


(Diamo il benvenuto nella nostra comitiva a UomoMordeCane. Esimio, a Lei la parola.)


Quando qualcuno puo' ritenersi intelligente?

Io potrei dire di esserlo. Tutto, intorno a me, conferma la mia intelligenza.

Bene.

Ma...

Potrei essere stupido e non saperlo. Vi pare?

Spiego.

Non sapere di essere stupido mi lascerebbe pensare di esserlo: non avrei sufficiente intelligenza per capire quanto io sia stupido.

Non aver coscienza della propria stupidità non la rimuove, anzi: se possibile rende ancor meglio l'idea della stessa. La confermerebbe, certo.

Sarei dunque ancora piu' stupido se non sapessi di esserlo, essendolo.

[Inciso: usare contiguamente termini come "esserlo" ed "essendolo" mi fa propendere per una mia stupidità accentuata oltre la media].

Dunque ci sono ragionevoli possibilità che io sia MOLTO stupido.

Che uno stupido possa ritenersi intelligente non fa specie: è stupido, puo' credersi qualsiasi cosa, una sedia a dondolo, un annaffiatoio termico, una mignotta sulla Cristoforo Colombo.

Dunque, ci sono serie possibilità che io sia stupido. Davvero stupido.

Aggiungo: sono piu' le persone stupide al mondo o quelle intelligenti?

Qui la risposta è difficile (ma questo non fa altro che avvalorare la mia tesi: sono stupido e non riesco a valutare bene le cose): la storia dimostra la stupidità dell'uomo.

Ma l'evoluzione continua deporrebbe per la sua intelligenza. Dunque sembrerebbe abbastanza ragionevole dire che siano di piu' gli intelligenti. Ma questo potrebbe essere un ragionamento stupido: del resto le masse sono mosse da pochi intelligenti. Dunque è possibile che la maggioranza sia stupida.

Ora: come posso io sperare di far parte della minoranza? Perchè dovrei essere un eletto? Solo per vanità? Sarebbe stupido. Confonderei un desiderio con la cruda realtà delle cose. Sperare di essere parte della minoranza di intelligenti ci sta. Crederci pero'...

Finora non ho trovato un solo argomento che mi possa confermare la mia intelligenza, anzi.

Le persone che ho intorno mi dicono che sono intelligente, certo. Ma lo facevo anche io con certi amici che ritenevo stupidi. Lo facevo per amicizia. O per portarmi a letto qualcuna. Che credeva alle mie parole, era quindi stupida. Doppiamente, se mi riteneva intelligente.

E poi anche loro, gli amici, essendo parte della maggioranza stupida, potrebbero ragionevolmente essere stupidi e non capire la mia stupidità.

Ho cosi' raggiunto un soddisfacente grado di certezza sull'essere stupido. E, si sa, le certezze sono sempre degli stupidi.

Ma cosi' dicendo ho capito qualcosa: sono stupido. Dimostrando dunque capacità di analisi, ragionamento, buon senso.

Allora?

Allora, forse stupido non sono. Dunque potrei dire di essere almeno un po' intelligente.

Ma tornando su queste righe leggo una anamnesi compiuta, esaustiva, impeccabile. Qualcosa che uno "solo un po'" intelligente farebbe fatica a portare avanti.

Quindi forse sono davvero intelligente.

Del resto gli intelligenti saranno pure una minoranza, ma qualcuno a questa minoranza dovrà pur appartenere. Quanto minoritaria poi sia questa minoranza è certo di difficile valutazione ma ci sta che io vi sia dentro.

E qui mi permetto di sottolineare come "minoranza minoritaria", in bocca ad uno stupido, davvero non le ho mai viste.

In ultimo: da intelligente, quale ho qui compreso d'essere, mi piace sottolineare come la vera stupidità io la ravvisi piu' nel ragionare "in circolo", nel prendere un capo del discorso, sviscerarlo per poi tornare a bomba. Senza aver risolto nulla.

La stupidità, secondo me, è proprio ragionare "in loop", senza approdare a conclusioni.

E questo, davvero, non mi appartiene.

Ok!

Ma...

Quando qualcuno puo' ritenersi intelligente?

Io potrei dire di esserlo.. Tutto, intorno a me, conferma la mia intelligenza.

Bene.

Ma...

Potrei essere stupido e non saperlo. Vi pare?

Spiego.

...

(scritto da UomoMordeCane in un attimo di stupidità e donato agli amici di questo blog in un attimo di intelligenza visto che il pezzo fa cacare.)

10 novembre 2010

agrodolce/5


"ho bisogno di tranquillità, di non vedere più un po' di persone...ho deciso..."
"...vai a fare l'eremita?"
"no. il killer."

9 novembre 2010

back to the flash.

considero memento un gran film. davvero. è un film in cui la fine "reale" avviene a metà. ma con questo non vi ho rovinato nulla eh. memento mi serve solo a dire che, nei film, i flashback sono "cosa buona giusta": creano suspence, un ritmo incalzante, la giusta dose di adrenalina. ma, ormai, lo sappiamo tutti che la vita non è un film, e non servivano gli articolo 31 per dirlo, ma la vita è...vita. perciò, senza atteggiarmi, dico una cosa sperando di riscuotere successo, non per avere voglia di fama, ma solo per sapere che, sì, in effetti, c'è ancora qualcuno che la pensa come me: i flashback nella vita fanno schifo (e non lo dico perché mi voglia buttare addosso vangate di pessimismo, eh). pensate ad un ricordo. pensate che quello era una bella sensazione. pensate che quella sensazione, una volta finita vi ha fatto rodere il fegato. se avete fatto tutto ciò, mi avete capito. e, tra l'altro, sono arrivato alla conclusione che carlo, di cui parlavo in più di un mio post, alla fine, aveva ragione: certe cose sono come la coda dei cani, che te la porti sempre dietro, anche se è alle spalle. anyway, the show must go on, e sarà un bello show. ne sono certo.

8 novembre 2010

agrodolce/4




più vado avanti e più scopro che esopo aveva ragione, almeno per questa storia qui

7 novembre 2010

è solo una questione di cultura.

l'altro giorno ero in università ed ero parcheggiato lì, ai piani alti, a studiare. ero satollo di pallosissima cultura su forze e momenti e reazioni vincolari, talmente tanto che ho deciso di andarmene. all'improvviso una cosa ha attirato l'attenzione: i fogli "volanti" di iscrizione agli esami. ho scoperto che anche george clooney, franco baresi, lapanca sotto, un altro, infine un mio ex professore devono "sostenere" ancora un esame che mi manca. ho sorriso, e ho voluto pensare che se fosse stato vero...

6 novembre 2010

agrodolce/3

il sabato mattina è la mia domenica mattina. la domenica mattina è il mio lunedì mattina. tuttavia il lunedì rimane sempre il lunedì. mistero.

5 novembre 2010

agrodolce/2

mi capita delle volte di ridere in delle situazioni che no, non c'è nulla da ridere e poi, poi, ci ripenso e faccio questa faccia qui O_o.

4 novembre 2010

agrodolce/1

(apro una "rubrica - flash" all'interno del blog. enjoy it.)

"è così solo che cerca il contatto umano nei messaggi preregistrati dei telefonini."

3 novembre 2010

4x4 (16? no, solo 4.)

1. on the razor's edge.


2.a broken heart.


3. the eye of god. (come per dire, "l'illuminazione").

4. papercut (il lato "cazzone").

(lo so che è un modo insolito per presentare un mio post, anyway: quattro "sotto - fasi" temporali, rappresentate da quattro immagini, scovate per il web, che raccontano, "visivamente" l'ultimo periodo della mia vita. un po' contorto, mi rendo conto, ma alla fine "il mondo è bello perché è contorto", dai. ora che ci penso, il detto non era così, ma vabbè, nevermind.)

[le immagini sono proprietà dei rispettivi autori, i link delle immagini sono quelli originali e rimandano a siti esterni, per qualsiasi rimozione contattare il blog a crashtestbloggers@live.it]

2 novembre 2010

pulito. pulitissimo. anzi, lucido.



veniva fuori, l'altra sera, l'argomento dei sogni lucidi. ora, con inception, questo discorso è tornato di moda, ma non è che lo ricaccio perché è di tendenza, giusto per chiarire.

bene, senza perderci in chiacchiere, almeno non in quelle inutili, si parlava del fatto di sognare e rendersi conto di farlo senza svegliarsi. è una cosa stupenda: è come se, ad un tratto, ti trovassi regista del film che stai vivendo in prima persona, e al tuo risveglio la cosa è appagante perché hai vissuto una storia a lieto fine anche se, le storie a lieto fine, spesso, ci sono nei film e nei sogni, e nella vita vera invece vale la regola dell'ovetto kinder (riguardo alle sorprese speciali): 1 su 3 è quello che cerchi. a rigor di logica, la prossima, secondo la matematica (che è inopinabile), dovrebbe essere la volta buona (nella vita reale, non in un sogno lucido).

("il sogno lucido: provatelo". suona come una pubblicità di un nuovo detersivo, ed in effetti "lava via" un po' di insicurezze. qualità il_cesco.)

1 novembre 2010

L'uomo che parlava con il silenzio


Parlava poco: ecco quale era il suo difetto. Per alcuni, invece, il suo pregio. Il motivo era semplice: parlando poco, ascoltava molto. Non era un burbero, anzi, il suo sguardo dolce faceva capire tutt'altro. Per lui non era un problema, era un suo modo di fare. Un suo modo d'essere.
Era così, ed a molti non dispiaceva la sua presenza. Il suo silenzio era prezioso per qualsiasi persona avesse uno sfogo da fare. Lui ascoltava, senza mai compatire l'altra persona e proprio per questo era conosciuto da molti e aveva tanti amici senza aver scambiato non più di due parole.
Se nei momenti di dialogo era al centro dell'attenzione, nelle feste dove spesso veniva invitato copriva un ruolo a dir poco marginale. In un angolo osservava, degustando del vino a buon mercato o un cocktail improvvisato. E ascoltava migliaia di dialoghi insieme, senza mai esprimersi. Senza che venisse mai interrogato o inserito in qualche tipo di qualsiasi di discorso.
Spesso si domandava il perché si ostinasse a presentarsi. Ma i suoi occhi erano incapaci di dire di no.
Un giorno prese una decisione: non andare. Pensava che forse non si sarebbero accorti di niente e invece molti chiesero di lui, molti chiesero il perché della sua assenza...mancava qualcosa. Mancava a tutti il suo silenzio.

breve storia post-halloweeniana (quattro righe ermetiche. amen.)


"fanculo. fanculo questa maschera. fanculo davvero. e fanculo anche a te, che non mi hai detto nulla, e mi conosci da una vita. basta. la voglio buttare via."
parlava con sè stesso, lui, davanti allo specchio. non riusciva a distinguere più la persona autentica da quella artefatta.

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