insomma la storiella è questa.
beh, c'erano questi tizi e davanti ad ognuno di essi c'era una persona che era la loro copia ma in bianco e nero. mi colpì molto il fatto che c'era questo vecchio e davanti a lui un vecchio identico ma uguale solo che anche lui era senza colori, e non parlava. indicava solo, e il vecchio rispondeva che "no, non ci voglio andare, non è vero". e poi li c'ero anche io che dicevo al me stesso a colori che, "non ti preoccupare, è la cosa giusta, tranquillo" e così tante altre persone discutevano con i loro omologhi in questa sorta di universo parallelo. poi c'era uno, che però era a colori e basta, e gli chiesi: "come mai solo?" "se n'è andata. l'ho persa."
(ecco, quei gemelli lì, c'è chi li chiama "angeli", "spiriti guida" o simili, per me sono le coscienze. ma poco importa, morale della favola: se non riesci a stare bene con te stesso non riuscirai mai con gli altri.)
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