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16 settembre 2010

il mio mondo è piatto.


"il mio mondo è piatto.

oppressione. questa storia che si ripete ogni giorno e non finisce mai, che lentamente credo che andrà a rovinarsi e che finirà per avere sempre la stessa, la stessa musica.
la compagnia la trovo sempre, c'è sempre la voce di qualcuno, quando io sono lì, e tutti mi ascoltano: eppure questo mio ruolo mi rimane in gola.
vorrei sentire i brividi sulla pelle, invece di darli ad altre persone.
io non capisco, davvero, non capisco cosa ci trovino in me, che sono esattamente così come appaio, ogni parola da me è sempre la stessa già sentita e risentita. qualcuno mi trova persino banale, altri mi definiscono semplice. io, credo che un po'abbiano ragione entrambi.

questo mondo a me mi sta stretto. questo mondo è piatto.
questa terra su cui vivo è un disco.
vorrei tanto uscire, uscire da questo mondo, ma la mia condanna è quella di girare intorno, fino alla fine, per poi ricominciare un'altra volta e un'altra ancora, non so quando, ma ripetere sempre la stessa cosa, fino a cadere (forse) nel dimenticatoio.

perdonate lo sfogo, una volta tanto voglio dire delle parole diverse da quelle che mi hanno detto altri di dire.

(sfogo personale di una ballata scritta, cantata, osannata e indimenticabile, potrebbe essere "knockin' on heaven's door" o qualche altro pezzone del genere) "

carlo aveva scritto questo pezzo sul blog. non credeva che nessuno avesse mai risposto. poi ci fu lei, chiara, che lasciò qualche parola buttata lì e disse "ecco perché a volte ci immedesimiamo nelle canzoni, perché sono uguali a noi, sono molto più umane di quello che pensiamo".
l'unica reazione di carlo, che credeva che quello che aveva scritto fosse una buona cagata, fu "uh." poi ci fu un brivido. e poi un sorriso. di cosa "brillava" chiara? "penso di luce propria" si rispose lui. e questa tizia l'aveva conosciuta, in carne ed ossa, e lei conosceva entrambe le persone: quella "virtuale" e quella "reale". ma non sapeva appartenessero allo stesso corpo. chiara si sentì come meg ryan in "c'è posta per te" quando capì che chi aveva davanti era lo stesso che seguiva con molta, ma non troppa, piacevole curiosità.

(se non hai idea di chi sia carlo o chiara dai un'occhiata qui e qui)

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