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18 maggio 2011

Il primo piede a terra...


Il primo piede a terra sembra un sollievo dopo un viaggio di nove ore in aereo. I muscoli si distendono e contraggono senza che tu possa dar fastidio a nessuno. Mai. Al sollievo si aggiunge lo straniamento di essere dall'altra parte del mondo, e di non crederci. Passo dopo passo raggiungi l'uscita prima di essere passato alla frontiera canadese. Domande su domande prima di guadagnare la porta. Varcando questa, provi stupore per il fatto che i controlli sono aumentati a causa di persone, che con la loro fede, hanno ammazzato un sacco di innocenti. Ed ora sono gli stessi che pagano lo scotto di essere interrogati e controllati. Assurdo.

Direzione United States. In macchina i territori canadesi assomigliano alle periferie europee con la grandezza degli spazi americani. Sembra di non essere dall'altra parte del continente, se non fosse per la strada ad otto corsie che ci passa sotto i piedi. Stanchezza e delirio sono fedeli compagni di viaggio e sono proprio quelli che non ti abbandonano mai. Giungiamo alla frontiera americana, cominciamo a mostrare i documenti e ci invitano a parcheggiare per poterli ritirare. Domande di routine, dicono loro. A me sembrano interrogatori. Senza un sorriso, con la freddezza di una macchina di controllo. Diffidenza, disinteressata diffidenza. Tutto quello che avevo sentito dopo l'atterraggio era sparito, ma la stanchezza oramai era all'orlo e a tratti strabordava. Non nego che il letto era la mia unica meta. Territori indefiniti in spazi che richiamano a luoghi visti e rivisti nei film. Tutto vero.

Arriviamo, finalmente aggiugerei, in una tranquilla zona poco piu' in la' della downtown. Anche questi sono luoghi che nei film sono noti, ma dal vivo fanno in tutt'altro effetto. Ci accolgono una coppia di italiani, loro ci hanno aspettato, nonostante la vergognosa ora. La stanchezza passa e oltre alla bella accoglienza un bicchiere di latte caldo, ci aiuta a chiacchierare meglio. In italian, of course.

Hanno preparato un letto anche per me, cosa che assolutamente non mi aspettavo ma che mi lascia felicemente stupito. In questi momenti capisco la gentilezza dell'animo italiano e la disponibilita' di quello americano, tutto in una famiglia. Sereno e stanco posso onorare la mia promessa e passare a Morfeo il controllo su di me. Domani sara' un altro giorno e si pensera' al futuro prossimo, ma solo domani!

(questo post e' stato scritto dieci giorni orsono, dopo un estenuante viaggio in aereo)

3 commenti:

  1. Quindi sei andato negli Usa passando per il Canada. Motivo tecnico o risparmio sul biglietto? Attendiamo gli altri racconti :-D

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  2. Risparmio sul biglietto! Poi essendo a Buffalo, qui il Canada e' veramente molto vicino!Presto scrivero' altri racconti. Molto presto, promesso!

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