mi sono innamorato di te, a poco poco. quando ero bambino eri bambina pure tu, e sei cresciuta, sei cresciuta talmente tanto che per evitare che volassi via ti ho assorbita, ti ho vissuta, ti ho inglobata, ed ora, ora, sei una fetta di me, molto abbondante.
sarei perso,
sarei inutile,
sarei una bamboletta voodoo abbandonata in un angolo, e priva anche di maledizioni e spilloni e quindi di sensazioni anche dolorose a volte,
sarei un randagio senza il suo riparo,
sarei un'inutile stella che brillerebbe senza un cazzo di preciso motivo.
ma per fortuna ci sei. ovunque.
cammino e sei presente, nella mia testa.
in macchina rendi più leggeri i chilometri che faccio ogni-abitudinario-giorno.
la sera poi mi sollevi dalle paure, e spesso mi fai tirar fuori una sonora risata.
sai tutto. sai davvero tutto, di me.
e io, ti ascolto, e tutti i giorni mi accorgo che non mi basta quello che già conosco, voglio di più, davvero, di più.
quando non avrò più orecchie per sentirti già so che l'errore sarà mio, ché tu, sì, tu, sei già perfetta così, e invecchiando maturerai, senza mai appassire.
grazie,
musica.
(ebbene sì. questa è una nuova rubrica, chiamata tracce: un po' come quei segni che lasciamo ogni volta che attraversiamo un luogo, e che i più attenti seguono per trovarci. ma anche come, banalmente, le canzoni di un disco. la prima è questa.)
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