Disclaimer

Licenza Creative Commons
aprovadicrash by Aprovadicrash is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License.
Based on a work at aprovadicrash.blogspot.com.
Permissions beyond the scope of this license may be available at crashtestbloggers@live.it.
E' consentita la copia del materiale contenuto in questo blog, purché non a fine lucroso, e comunque mediante citazione delle fonti. La proprietà intellettuale resta comunque dei singoli autori. Questo blog non rappresenta una testata giornalistica. Esso viene aggiornato senza alcuna periodicità.

13 giugno 2010

VOLTA LA CARTA - Intervista a Fabrizio De Andrè

Anarchico (A): Faber... per i Latini "artefice, fabbricante": come ti definiresti?
Fabrizio de André (FdA): Sono semplicemente un suonatore... puoi anche chiamarmi Jones.
A: Oltre che uno degli emarginati-protagonisti delle tue poesie...chi è veramente Jones?
FdA: ...Un uomo libero. Così nasce l'uomo:libero. Eppure, per un motivo o per un altro, arriva un momento in cui, da solo, si incatena al potere del mondo contemporaneo.
A: Ma cos'è che intendi per libertà?
FdA: Bella domanda...il rapporto più complicato che io abbia mai avuto, credo. La immagino così, come una creuza de mä, una stradina che sottolinea il confine tra due proprietà, diretta alla verità. Ce l'abbiamo a portata di mano, la libertà, eppure sembra sempre sfumata, nascosta nella sua nuvola di dubbi...e di bellezza.
A: E poi si fanno le guerre...
FdA: E si continua a scolpire gente in lacrime sull’arco di Traiano, mentre i burattinai degli eserciti incassano la pelle degli eroi in cambio d’una medaglia alla memoria che non può certo scaldare il cuore della propria dama abbandonata. E intanto gli addetti alla nostalgia affollano i funerali, pur essendo i responsabili di quella pace terrificante che aleggia nei periodi di tregua.
A: Mi sembra l’immagine di una società… come dire…
FdA: Una città vecchia, in cui regna l’ipocrisia. Infatti nonostante la guerra, in tutte le sue forme, si insinui negli intrecci delle nostre vite, urla sempre più forte il bisogno d’amore. E cosa facciamo? Paghiamo una prostituta per sentirci dire: “micio, bello e bamboccione” e poi la classifichiamo tra gli strati più bassi della società, anzi imputandole la ragione della degenerazione del costume civile. L’amore non si fa per noia, né per professione, ma per passione. L’amore è talmente importante che anche Cristo ce l’ha insegnato come undicesimo comandamento ed anche se a volte lo confondiamo con il piacere è importante non creare dolore.
A: Grazie di tutto, maestro.

2 commenti:

  1. se è un' intervista già esistente, non l' ho mai letta.

    Se l' hai fatta te, complimenti davvero...

    RispondiElimina

Post più popolari