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25 febbraio 2011

Delay Three: chiavi in mano!


Il telefono squillava, in mezzo ad una catasta di carte, introvabile come al solito. Indaffarato davanti al computer, continuai il mio lavoro. Lavorare in un istituto di credito, certe volte ti isola dal mondo reale. Si diventa talmente alienati dalla realta', che tutto cio' che ti succede intorno scompare. Ed anche se i rumori rimangono definiti, preso da quello che scorre davanti ai tuoi occhi, non conta nulla.
Termino' dopo lungo tempo il fastidioso trillare, dando a quel silenzio un gusto prelibato, anche se l'eco continuava silente a rimbombare nelle orecchie. Passo' del tempo quando il telefono ricomincio' con il suo assilante suono, e questa volta piu' per fastidio che per necessita' risposi.
- Ancora a lavoro? Pensi che faresti in tempo a prendere Luca dalla piscina? Spero di si' *click*
Mia moglie mi diceva che mio figlio mi aspettava dopo il suo allenamento. Fuori pioveva a dirotto e lei mi aveva appena comunicato che imbottigliata nel traffico non sarebbe riuscita ad essere li' in tempo.
Dovevo avviarmi, dato che ci avrei messo un po' ad arrivare. Spensi il computer e, voltandomi intorno, mi accorsi che solo io e la donna delle pulizie eravamo rimasti a lavorare. Presi il cellulare che era ad un palmo da me ed infilai la giacca. Come ogni volta controllai se avessi tutto per poter uscire. Le chiavi. Non trovavo le chiavi. Cominciai a cercare tastando le carte che erano sulla scrivania, e controllando per bene ogni singolo angolo. Era come se si fossero di colpo smaterializzate. Mi giravo intorno, cercando di ricordare se le avevo viste da qualche parte. Niente. La mia pazienza cominciava a vacillare. Fuori pioveva come non mai. Mio figlio tra un po' sarebbe uscito pronto a ficcarsi in macchina. Macchina che non avrebbe trovato se prima non avevo recuperato cio' che mi permetteva di avviarla.
Con gesti veloci e impulsivi cercavo dovunque potessero andate a finire, in quel mini-bunker che era il mio ufficio. Con la coda dell'occhio vidi qualcosa scintillare nel fascicolo che nel pomeriggio avevo messo a posto. Erano li. Senza riordinare il casino che il mio ufficio era diventato, uscii di corsa.
Era tardi: lo sapevo, ma continuavo a pensare che anche mio figlio tra uno scherzo ed una chiacchiera avrebbe perso del tempo nello spogliatoio. Intanto schizzavo per le vie della citta' cercando di essere li' nel minor tempo possibile.
La pioggia non aveva desistito un momento di venir giu' e voltandomi nel parcheggio della piscina vidi Luca, completamente bagnato. Lui era uscito in tempo...

3 commenti:

  1. Si sa, quando tu sei in ritardo, chi ti aspetta è sempre puntualissimo, manco avesse un Big Ben come orologio.

    Quanto le chiavi, le trovi solo quando non servono o non hai fretta.

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  2. giustissimo.....oppure non te li ritrovi quando hai gia' chiuso la porta di casa....:D

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  3. Su questo sono così fobico che guardo 7000 volte e chiudo solo con le chiavi in mano :-D

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